La documentazione presentata dal Comune di Caserta per la costruzione del biodigestore in località Ponteselice è carente da un punto di vista tecnico, contraddittoria nelle scelte progettuali, non conforme alle norme vigenti e alle linee guida regionali, oltre che affetta da criticità sostanziali relative al finanziamento dell’opera, non ancora completamente definito, e all’esproprio dell’area, su cui pende un ricorso presso il TAR.
Sono queste in estrema sintesi i contenuti delle osservazioni al Piano preliminare ambientale per il biodigestore di Caserta, presentate da OsservAzione Caserta. Un piano che per l’associazione è da archiviare, mentre andrebbero ridiscussi i siti di localizzazione e la stazza degli impianti realmente necessari.
OsserVazione ritiene che lo Studio Preliminare Ambientale non risponde ai requisiti minimi per istruire la verifica di assoggettabilità e quindi non è possibile valutare se sia da inviare a VIA o meno, pertanto si ritiene che l’istanza presentata sia da archiviare.
Non appare documentata sotto il profilo impiantistico la divisione del progetto in due stralci, non è dato comprendere cioè: come varino gli impatti ambientali col secondo stralcio e per quanto tempo; chi e con quali risorse finanzierà i 19 Mln € del secondo stralcio; come possa, senza il secondo stralcio, funzionare al meglio l’impianto.
Il Piano appare carente sotto il profilo delle emissioni inquinanti in atmosfera. Lo Studio tratta l’argomento con estrema superficialità, negando addirittura l’emissione di odori (ne relativi alle fasi di trasporto e scarico, ne alle fasi di lavorazioni). Pertanto non presenta alcun studio di un modello di emissioni odorigene, nessuno studio sulla dispersione atmosferica con un’analisi meteo climatica, e non definisce quindi gli ordini di grandezza emissivi; particolarmente significativo è che non si prendono in considerazione le emissioni in atmosfera legate alla centrale di cogenerazione che brucerà parte o tutto il biogas prodotto per soddisfare il fabbisogno energetico e termico dell’impianto.
Alcuna menzione viene fatta in ordine alla Valutazione d’Incidenza lo Studio non menziona la vicinanza a patrimoni UNESCO quali la Reggia di Caserta (1.100 metri), all’Oasi WWF Bosco di San Silvestro ZSC, e alla ZSC del Monte Tifata entrambe a circa 4.000 metri dall’impianto ed entrambi facenti parte dei Siti protetti NATURA 2000; non sono altresì studiati gli impatti dell’insediamento.
Alla luce di tutte le criticità evidenziate Osservazione-Caserta ha richiesto espressamente alla Regione Campania che il piano venga archiviato.
Osservazione Caserta è consapevole di quanto gli impianti siano fondamentali nel Piano d’Ambito della provincia di Caserta, la cui realizzazione non può essere ulteriormente procrastinata, attese anche le sanzioni dell’Unione Europea che gravano su tutti i cittadini campani, ma appare altresì evidente che l’allocazione di un impianto di tali dimensioni, in un’area altamente antropizzata come quelle del capoluogo di provincia, aggraverebbe ulteriormente la qualità degli abitanti di quell’area, che lo ricordiamo è ancora tra le ultime posizioni in termini di vivibilità.
Infine, Osservazione Caserta è disponibile ad aprire un tavolo con tutti i soggetti coinvolti per studiare soluzioni che partano da un Piano Globale di Gestione del Ciclo dei Rifiuti.