Napoli. Se, grazie agli investimenti operati negli anni scorsi dalla Cassa per il Mezzogiorno, di fronte alla crisi climatica il Sud sta idrologicamente meglio del Nord, non altrettanto può dirsi in campo economico, dove shock energetico ed inflazione stanno aumentando le differenze con il concreto rischio di 500.000 nuovi poveri nelle aree meridionali del Paese: lo dicono le stime dello Svimez (Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno), che prevedono, per il 2023, un calo del P.I.L. (Prodotto Interno Lordo) nel Mezzogiorno dello 0,4%, mentre il resto d’Italia dovrebbe crescere dello 0,9%.
“Per il futuro del sistema Italia è indispensabile – afferma Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – superare il gap fra Nord e Sud del Paese. In questo, lo sviluppo dell’agricoltura di qualità e del collegato comparto agroalimentare è un driver fondamentale, per il quale è indispensabile, però, il potenziamento e l’ampliamento del servizio irriguo.”
Tra i primi 223 progetti definitivi ed esecutivi del Piano Laghetti, presentato da ANBI e Coldiretti, 43 riguardano regioni meridionali: permetterebbero l’irrigazione di ulteriori 161.000 ettari e la produzione di 812 milioni di kilowattora, grazie ad impianti idroelettrici e pannelli fotovoltaici galleggianti.
A ciò si affiancano il Piano Invasi (25 opere per un investimento complessivo di 1 miliardo e 212 milioni circa) ed il Piano ANBI di Efficientamento della Rete Idraulica, che prevede, al Sud, interventi per quasi 1 miliardo e 900 milioni di euro capaci di garantire circa 9.500 posti di lavoro.
“Ci appelliamo al Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Raffaele Fitto, per individuare costanti fonti di finanziamento per infrastrutture idriche, capaci di generare economia ed occupazione – conclude il DG di ANBI intervenuto, all’Università Federico II di Napoli, alla presentazione del volume ‘La bonifica e lo sviluppo dell’agricoltura nell’Italia meridionale’ – Contestualmente chiediamo il superamento di commissariamenti, che da troppi anni ed in alcuni casi da decenni, limitano le potenzialità di Consorzi di bonifica ed irrigazione in Sicilia, Puglia e Calabria. Anche al Sud, come nel resto d’Italia, autogoverno e sussidiarietà possono essere garanzia di efficienza operativa ed equilibrio di bilancio.”