Disastro ambientale, Capua: sfilano i testi al processo contro l’ex sindaco Eduardo Centore

Capua (di Lucio Seneca). Entrerà nel vivo l’11 aprile prossimo, con altri due consulenti-testi dell’accusa, il processo a carico dell’ex sindaco di Capua, il generale Eduardo Centore, Eleonora Castri (Agave servizi) e il dirigente comunale Francesco Greco, tutti rinviati a giudizio a conclusione di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dove sono ipotizzati i reati di Disastro ambientale nel fiume Volturno e deturpamento di bellezze naturali.

Nel processo sul disastro ambientale con i tre imputati, era finito anche lo stesso ex sindaco e medico Carmine Antropoli, il quale è stato assolto in un processo a parte con rito abbreviato.

L’ex sindaco Centore (travolto dalle dimissioni di massa del civico consesso nel 2018 dopo circa due anni di sindacatura e prima che potesse dare le dimissioni annunciate), Greco e l’amministratrice della Agave che era affidataria della manutenzione straordinaria degli impianti di sollevamento a servizio della rete fognaria, e il Comune di quella ordinaria, sono pronti a difendersi e a chiarire la loro posizione ma, allo stato del processo che si celebra davanti ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Rosetta Stravino), l’accusa li individua come corresponsabili di una carente manutenzione degli impianti, anzi in qualche caso addirittura inesistente, provocando in questo modo fuoriuscita dalle acque reflue dalle sezioni fognarie, con l’acqua di fogna che sarebbe finita, in questo modo, direttamente nel fiume Volturno.

Gli impianti avrebbero dovuto essere controllati per garantire il corretto collettamento delle acque reflue urbane finite invece direttamente nel fiume che lambisce Capua.

Dalle analisi effettuate dall’Arpac (il consulente sarà in aula ad aprile), con i prelievi in prossimità dei due maggiori impianti di sollevamento asserviti alla rete fognaria di Capua (ovvero Borgo Santella e via Giardini), sarebbero emerse rilevanti concentrazioni del batterio «escherichia coli» e dei tensioattivi totali di azoto amoniacale e ossigeno, chiaramente legati alla presenza nelle acque di sostanze organiche provenienti dalle fogne cittadine, senza alcun trattamento di depurazione.

Tra i punti presi in esame dai periti della Procura, anche l’impianto di via Tombe Garibaldine dove l’accusa parla di «alterazione e distruzione dell’ecosistema del Fiume Volturno nonché la sua bellezza naturale essendo sottoposto a vincolo e quindi speciale protezione dell’autorità essendo sottoposto a vincolo e quindi speciale protezione dell’autorità». Il prossimo 11 aprile sarà sentito anche il consulente tecnico della Procura.

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