Pastorano. A più di una settimana dal rogo, non diminuiscono nei pressi dell’impianto di rifiuti Gesia di Pastorano le concentrazioni di particelle microinquinanti, come diossina e furani. Emerge dalla nota odierna dell’Arpac, Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania, che continua a monitorare, con due campionatori ad alto flusso, l’aria attorno al sito dove è andata in cenere una grande quantità di materiale come la plastica, che ha sprigionato durante il rogo anche una nube tossica.
Come già riportato nel bollettino dell’8 settembre, anche oggi l’Arpac spiega che “seppure in netta diminuzione, l’andamento di tali microinquinanti si mantiene superiore ai valori di riferimento“. Migliori i dati relativi alle concentrazioni orarie di polveri sottili PM10 e PM2.5, monossido di carbonio, ozono, benzene, toluene, xilene, ossidi di azoto, la cui misurazione è affidata ad un laboratorio mobile installato dall’Arpac nei pressi del luogo dell’incendio.
I giorni 8, 9 e 10 settembre scorsi “non si sono verificati – attesta l’Arpac – superamenti dei limiti di legge per tali inquinanti“. “Si continuano a registrare – osserva l’Agenzia ambientale – picchi orari di inquinanti quali benzene e biossido di azoto, che però, sulla base delle informazioni meteorologiche disponibili, non appaiono chiaramente riconducibili all’evento in questione. Soltanto tra le 20 e le 22 dello scorso 9 settembre, i picchi orari di PM10, fino a 75 microgrammi per metro cubo, si sono verificati con ventilazione proveniente dall’area dell’incendio“.