Caserta. Nella conurbazione tra Caserta e Maddaloni continua in modo inesorabile e devastante lo scempio delle cave (come si può vedere dalle foto in allegato). Nel pieno dispregio dell’art 9 della Costituzione – che sancisce i principi fondamentali ed i valori per la tutela e la valorizzazione del nostro paesaggio e del patrimonio ambientale. In questi decenni intere colline sono state divorate e sfregiate dai cosiddetti “cavaioli”, che nonostante i divieti di legge continuano imperterriti la loro opera predatoria.
Nuovi scavi abusivi si stanno compiendo in questo periodo sulla cima delle colline, scavando dalla sommità, nei pressi del santuario di S. Michele e della Cava Franca di Luserta.
Un altro cantiere di escavazione enorme è stato riaperto alle spalle dei Ponti della Valle, patrimonio Unesco dell’umanità. La corta visione politica e la scarsa sensibilità ambientale degli amministratori (in particolare dei comuni di Caserta e di Maddaloni) continua a produrre danni incalcolabili: un dissesto idrogeologico senza pari.
Non basta la chiusura delle attività dei due cementifici (Cementir e Moccia dei veri “mostri industriali” nel pieno della conurbazione casertana), bisogna impedire che in vari punti si continui a scavare ed estrarre calcare (come si può vedere a occhio nudo). Bisogna fermare del tutto queste attività, che da decenni ci divorano la vita e la salute. Ciò avviene sotto gli occhi indifferenti degli amministratori locali, dei sindaci delle due città, così come della cittadinanza. Da parte delle associazioni ambientali e comitati dei cittadini più volte è stato riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica lo scempio in atto con la devastazione delle cave, con una opera di distruzione ecologica, che ha già prodotto una situazione di dissesto ambientale per molti versi irreversibile.
Per questi motivi come rete di associazioni abbiamo deciso di ribellarci e di riprendere l’iniziativa per lanciare un appello, rivolto in primo luogo alle massime autorità istituzionali (dalla Regione Campania alla Provincia fino ai Sindaci di Caserta, Capua, Casagiove, Castel Morrone, Casapulla e San Prisco, che hanno già aderito al progetto di parco in modo formale). Dobbiamo fare in modo che il Parco dei Colli Tifatini diventi una realtà, una vera priorità per tutti, per consentire una azione di recupero del paesaggio e dell’ambiente. Tra l’altro le attività estrattive incidono negativamente anche sui lavori del nuovo Policlinico, da anni bloccato. Purtroppo il progetto si è arenato per i cavilli normativi avanzati dal sindaco di Caserta Carlo Marino.
Non a caso emerge da alcune ricerche recenti che la provincia di Caserta risulta tra le più inquinate a livello europeo e nazionale.
A Caserta, come sta avvenendo per alcuni beni comuni, è necessario riprendere un movimento di lotta, non tanto di denuncia, quanto di proposte e progetti con la mobilitazione delle principali associazioni giovanili ed ambientaliste. A tal fine abbiamo deciso di costituire una rete con l’intento di continuare a denunciare e informare i cittadini su cosa sta avvenendo.
La rete per ora è composta da: Le Piazze del Sapere – FTS Casertano – Legambiente – WWF- LIPU – Cai Caserta – Arci – Acli – Auser Caserta, Capua e Casagiove – Italia Nostra – CSA Ex Canapificio – Caserta Città Viva- Cittadinanza Attiva – Partecipazione Attiva – Agenda 21 per Carditello – Medici per l’Ambiente, A Casa di Lucia, in collaborazione con le scuole e l’università, ma anche con le forze sociali e del mondo del lavoro (a partire dai sindacati. Una prima iniziativa la realizzeremo come rete di associazioni il 24 ottobre c.a. ore 17 nella sala dell’Enoteca provinciale di Caserta, anche con la presentazione del nuovo libro FABIO ROGGIOLANI – MICHELE DOTTI “LA TERRA CHE SALVA LA TERRA” , Ecofuturo 2023. – Pasquale Iorio, Le Piazze del Sapere.
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