Santa Maria la Fossa. Il problema della gestione dei nitrati dai reflui zootecnici è di fondamentale importanza in Terra di Lavoro, sia per la salvaguardia dell’ambiente, sia per sopperire ai fabbisogni delle aziende zootecniche di cui la nostra Provincia è ricca.
La presentazione del progetto sperimentale RiduciN “Tecnologie per la depurazione degli effluenti zootecnici”, condotto dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche dell’Università L. Vanvitelli in collaborazione con Agrorinasce e con l’Azienda agricola Reccia (dove a breve i frutti della ricerca troveranno applicazione pratica), si è svolta in un luogo simbolico, presso il “C.E.D.A. Pio La Torre”, bene confiscato a Francesco Schiavone “Sandokan”, e che Agrorinasce ha valorizzato insediando il primo impianto pubblico di energia da fonte rinnovabile per il trattamento dei reflui zootecnici con abbattimento dei nitrati.
Con i suoi saluti, il Sindaco di Santa Maria La Fossa Nicolino Federico ha accolto positivamente il progetto, specificando che “quando si parla di zootecnia, si parla della storia di Santa Maria La Fossa”, un paese con vocazione agricola da assecondare e tutelare.
“Ringrazio gli autorevoli ospiti qui presenti e anche gli allevatori e le associazioni di categoria presenti” ha introdotto Giovanni Allucci Amministratore Delegato Agrorinasce “I progetti come quello in questione, condotto in collaborazione con l’Università L. Vanvitelli Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche, servono a creare le condizioni affinché il bene confiscato risulti utile alla risoluzione dei problemi territoriali. Gli allevamenti bufalini hanno un problema di abbattimento di nitrati? Dunque il nostro obiettivo è far fronte comune con le istituzioni per agevolare il lavoro di questa importante filiera”.
La ricca presentazione di Pasquale Iovino, Responsabile Scientifico del progetto “RiduciN”, e Professore di Chimica dell’ambiente, ha illustrato ai presenti il funzionamento tecnico e i meccanismi del progetto di ricerca condotto con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche dell’Università L. Vanvitelli: “La ricerca dev’essere al servizio dei problemi della comunità e dev’essere comprensibili per tutti i cittadini. Abbiamo il dovere di aiutare anche le aziende bufaline medio- piccole e abbiamo sviluppato una soluzione idonea per loro”. Il Prof. Iovino ha presentato gli eccellenti risultati derivanti dalla sperimentazione effettuata in laboratorio con un piccolo impianto in scala e utilizzando reflui di un’azienda di allevamento bufalino e ha ribadito che a breve verrà avviata la seconda fase del progetto di ricerca con una sperimentazione sul campo. A breve, infatti, i risultati del lavoro di ricerca svolto in laboratorio potranno troveranno conferma o meno con la realizzazione del primo impianto sperimentale che verrà realizzato nell’azienda agricola di Luigi Reccia. La lungimiranza del progetto ha, inoltre, già riscosso l’interesse di comitati scientifici di altre Università e i risultati del laboratorio sono stati recentemente pubblicati su una rivista scientifica internazionale.
Decisivo il sostegno della Regione Campania nella persona di Gennaro Oliviero Presidente del Consiglio Regionale della Campania e da sempre sostenitore del progetto di ricerca: “Intorno a questa vicenda ruota buona parte dell’economia del territorio. Sul problema dell’abbattimento dei nitrati e della brucellosi stiamo facendo grandi passi in avanti”. A illustrare i progetti che l’assessorato all’Agricoltura ha attivato per rendere concreto il piano d’azione per la tutela del settore degli allevamenti di bufala è stata la dott.ssa Flora Della Valle Dirigente della Unità Operativa Dirigenziale delle Politiche Agricole, Alimentarie Forestali.
“Vorrei far notare in primis il luogo in cui ci troviamo, bene confiscato alla camorra e intitolato a Pio La Torre, bracciante da giovane, sindacalista, deputato e fiero oppositore della mafia” così il Generale dell’Arma dei Carabinieri Luigi Cortellessa e Commissario straordinario per il superamento dell’emergenza connessa all’eradicazione delle malattie infettive delle specie bovina e bufalina della Regione Campania che continua: “La mozzarella di bufala è un patrimonio nazionale e il 50% di questo patrimonio è nella Provincia di Caserta, questo vuol dire anche che territori come quello di Santa Maria La Fossa e i Comuni limitrofi hanno le chiavi della cassaforte di famiglia di questo patrimonio nazionale dell’umanità e bisogna salvaguardarlo con azioni chiare che partano dai dati inequivocabili del numero dei capi bufalini rispetto alla terra disponibile. Occorre un giusto equilibrio tra la tutela dell’ambiente e la salvaguardia di questo patrimonio nazionale”. Il Generale conclude citando l’art. 9 della Costituzione che “promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, la tutela del paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
“Viviamo in un mondo difficile, in cui la competizione è globale e spietata” così Fulvio Bonavitacola Vice Presidente della Regione Campania e Assessore all’Ambiente, che esordisce nel suo intervento conclusivo “ma nonostante la spietatezza del mercato, certe cose non si possono produrre ovunque. Ci sono produzioni che sono legate al territorio e non possono essere riprodotte in altri territori, che hanno una storia centenaria che è fatta anche di tradizioni come è il caso della mozzarella di bufala. Poi c’è anche un’altra competizione: tra economia legale e illegale, per cui in questi territori difendere la filiera bufalina in un’economia legale e sostenibile ha ancora più valore.”. Infine l’on. Bonavitacola interviene anche nelle recenti polemiche sorte nel settore bufalino sottolineando: “è importante creare canali di comunicazione, sempre, ma poi devono seguire iniziative di carattere strutturale che devono tutelare il settore nella sua interezza”. Il Vice Presidente ha esaltato i risultati del progetto di ricerca “RiduciN” e la sua applicazione pratica con la definizione sia degli investimenti necessarie sia dei costi di gestione per dare un contributo concreto a questo settore vitale della Provincia di Caserta e al quale non mancherà il contributo della Regione Campania.
Presenti all’iniziativa Salvatore De Micco veterinario Asl Caserta, Salvatore Ciardiello Presidente regionale CopAgri, Enrico Amico Presidente Coldiretti e il Direttore Coldiretti Giuseppe Miselli.
Il coffee break è stato preparato dalla Cooperativa “Maeditactio” che gestisce un centro di aggregazione, laboratori educativi ed una pasticceria artigianale in un bene confiscato a Casapesenna.
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