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Ambiente

Caserta: il “pino” è di tutti e annuncia battaglia

Caserta (di Ferdinando Silvestri). Alla scarsa propensione di molti cittadini casertani verso la flora che adorna di tanto in tanto le aree pubbliche e private della periferia urbana (fanno eccezione gli abitanti del Rione Vanvitelli) si aggiunge talvolta lo sciatto accanimento di taluni “amministratori di condominio” pressappochisti, alla ricerca di ghiotte occasioni per battere cassa a scapito della Natura.

Ed è così che, senza aver quasi mai dato seguito ai lavori di potatura degli alberi di alto fusto pertinenti alle aree condominiali, propagandati fittiziamente in assemblea, gli alberi succitati vengono condannati al patibolo, “contra legem”, per il volere di amministratori senza scrupoli e dei loro opachi ma fedeli adepti. Si tratta di persone abituate a rispettare solo le piantine e gli animaletti che popolano i loro appartamenti dorati ed i relativi pianerottoli, avvezze ad associare agli alberi una innata colpevolezza ed il cospicuo valore di mercato della legna da ardere che li costituisce. È difficile evitare di accostare questi torvi “signori” ai feroci giudici della “santa inquisizione” medievale: per entrambi il peccato si estirpa col fuoco!

È la storia di un imponente e maestoso pino d’Aleppo ubicato nell’area condominiale di una palazzina adiacente ai giardinetti intitolati al celeberrimo carabiniere “Salvo D’Acquisto”, presso il Rione Tescione di Caserta. Il povero albero in questione ha già subito qualche anno fa un tentativo malsano di distruzione e rimozione ad opera di insignificanti “personaggi in cerca d’autore”, promotori di pedestri raccolte firme ancor più vuote e insignificanti di quanti le hanno incautamente sottoscritte.

Fu lo scrivente, in quell’epoca, a denunciare il predetto colpo di mano ad istituzioni, autorità ed al Comune di Caserta che non tardò a bocciare l’infausto proposito distruttivo attraverso l’invio di due tecnici ad hoc. A molti lascivi buontemponi non è ancora chiaro che il “verde privato”, per legge, appartiene alla flora ambientale e costituisce pertanto un “bene pubblico”, nella misura in cui contribuisce attivamente all’ossigenazione e alla salvaguardia della fauna avicola.

Nessuno può limitare il godimento di un bene pubblico senza presupposti, neanche se amministra per così dire un condominio: peggio ancora se lo governa come la bancarella di un mercatino di Natale. Si tratta di un concetto ampiamente condiviso da un noto esponente della tutela ambientale, interpellato appositamente dallo scrivente in merito alla delicata questione del pino: il dottor Giovanni Ferrara.

Va evidenziato che il dottor Ferrara, oltre che essere un professionista serissimo degno di stima e di nota, è uno dei massimi esperti in materia ambientale essendo stato recentemente nominato dal Consiglio della Regione Campania “Garante Regionale dei Diritti degli Animali”.

Ferrara, Guardia Zoofila, strenuo persecutore dei reati ambientali e sentinella instancabile delle aree verdi, indica l’albero in questione come una delle poche mete di stazionamento preferite da molteplici specie di uccelli ed esemplari particolari avvistabili solitamente nel vicino Parco della Reggia Vanvitelliana.

Dal momento che la decisione di abbattere l’albero d’alto fusto è stata assunta a mezzo di argomentazioni basse e pretestuose, prescindendo in toto dal dettame giuridico nazionale recante l’obbligatorietà del parere unanime dei condomini prevista in ordine agli atti di straordinaria amministrazione, rimozione e recisione degli alberi, è legittimo ritenere che l’iniziativa maldestra evochi un vero e proprio sopruso. È tanto più mortificante e vessatorio prendere atto che a causa di incompetenti e irresponsabili si rischia di compromettere il benessere collettivo, già oltremodo pregiudicato dall’emulazione e dagli eccessi incontrollati di smog della periferia del capoluogo di Terra di Lavoro.

Ad oggi non sono documentabili segni tangibili di cedimento, neanche parziali del pino summenzionato in grado di mettere in discussione anche solo potenzialmente la sicurezza individuale. Sarà, dunque, un esperto nazionale a stilare una perizia puntuale e dettagliata sullo stato di salute della rigogliosissima pianta. La imminente relazione del tecnico verrà resa nota ed inviata alle autorità cittadine e regionali.

Visto e considerato l’interesse pubblico della faccenda che solo apparentemente si configura di carattere privatistico, la denuncia dei fatti narrati è stata inoltrata e protocollata dal Comune di Caserta, dalla polizia municipale, dai Carabinieri della Guardia Forestale, dalle Forze dell’Ordine e dalle massime associazioni nazionali del settore d’interesse.

In nome del bene comune e della sostenibilità ambientale si preannunciano perciò battaglie legali senza frontiere, né esclusione di colpi, oltre che fragorosi riflessi mediatici di portata regionale e nazionale.

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