Aversa. La chiusura dell’isola ecologica in via Cappuccini costituisce un grave vulnus che si aggiunge ad una complessiva mala gestio del settore dei rifiuti portata avanti dalla politica aversana. Quattro anni fa, l’impianto che per legge deve essere a disposizione degli utenti, è stato chiuso con gran danno economico per gli aversani costretti non solo a pagare la Tari più cara d’Italia ma anche a dover vedere l’Ente spendere migliaia di euro per iniziative estemporanee come lo ‘svuota cantine’. La miope politica delle ultime amministrazioni ha impedito ai rifiuti di diventare una risorsa, come dimostra la gestione dei rifiuti elettronici (Raee) e degli altri scarti riciclabili.
Nel comune di Aversa non si raggiunge neanche il 50% di raccolta differenziata, un dato che rappresenta un vero e proprio primato negativo per tutta la comunità normanna. La chiusura dell’isola ecologica, inoltre, ha comportato l’avvio del fenomeno degli sversamenti abusivi nell’area di via Cappuccini dove, a pochi metri dalle giostrine dove giocano i bambini sono conservati cumuli di amianto pericolosissimi per la salute dei piccoli e degli adulti che, incuranti del pericolo, si allenano nelle vicinanze dell’impianto nelle strutture sportive presenti in zona.
“Una vergogna e un rischio concreto per la salute dei cittadini” è così che commenta la situazione Eugenia D’Angelo, candidata sindaco del movimento civico ‘Il Basilisco’ che sta continuando i sopralluoghi e gli incontri con la cittadinanza e le forze sociali della città. L’ultimo incontro, nel comitato elettorale di via Magenta, si è registrata la presenza di una rappresentanza dei lavoratori Tekra che hanno segnalato la difficile situazione e ascoltato la proposta programmatica del Basilisco e di Eugenia D’Angelo.
“La nostra intenzione – spiega – è quella di internalizzare il servizio dei rifiuti costituendo una società in house gestita dal Comune. E’ assurda l’organizzazione del settore ambientale dell’Ente che, negli ultimi anni, ha delegato sempre più i concessionari esterni per la raccolta senza curarsi di controllare e verificare il rispetto del capitolato d’appalto sottoscritto con l’azienda.
La Tekra – incalza Eugenia D’Angelo – dovrebbe occuparsi dello sfalcio dell’erba incolta e anche delle pulizie delle caditoie ma, a fronte di svariati milioni di euro versati ogni anno dal Comune, l’Ente ha incaricato altre ditte per svolgere i medesimi servizi. Un danno per i cittadini e un arricchimento illecito per l’azienda a cui nessuno, né assessori, né sindaci, né dirigenti, si è opposto.
La comparsa di cumuli di rifiuti e di amianto alle porte dell’isola ecologica sono una vergogna e un rischio concreto per la salute dei cittadini e l’obiettivo dell’amministrazione guidata dal Basilisco – conclude il candidato sindaco – dovrà essere quello di bonificare le aree di via Cappuccini e riaprire l’isola ecologica consentendoci di abbassare le tasse pagate agli aversani”.
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