«Il successo della riapertura ufficiale alla cittadinanza del Macrico, domenica scorsa, conferma la necessità di avere una parola chiara, da parte dell’Amministrazione comunale di Caserta, sulla destinazione finale dell’ex stabilimento militare».
A dirlo è Danilo Giaquinto, coordinatore di «Speranza per Caserta», commentando l’evento che ha visto protagonista la cittadinanza che ha potuto visitare, dopo oltre vent’anni, l’ex magazzino di mezzi corazzati che occupa ben 33 ettari nel cuore della città di Terra di Lavoro. Appuntamento reso possibile, tra gli altri, grazie alla collaborazione offerta dal comitato Macrico Verde che ha messo a disposizione ben 160 volontari per garantire la sicurezza del percorso e il corretto svolgimento delle operazioni.
«Bisogna chiarire, infatti, che cosa significa per l’Ente municipale “parco pubblico”. Una definizione un po’ troppo generica che rischia di andare a scontrarsi con la volontà espressa nell’ultima petizione popolare, per la quale attendiamo ancora la convocazione del consiglio comunale con relativo ordine del giorno, che vuole blindare l’area dell’ex magazzino sotto il vincolo di inedificabilità assoluta della classificazione F2. Volontà che, peraltro, è condivisa dalla stessa proprietà, ovvero dall’Istituto per il sostentamento del clero. Solo in questo modo si eviterebbero appetiti speculativi sulla cospicua volumetria esistente lasciando soltanto la possibilità di recuperare gli edifici esistenti, se necessario».
«Se a parole tutti sono pronti a difendere il polmone verde della città, nei fatti bisogna fare un passo avanti nella concretezza. Chiediamo al sindaco Carlo Marino, alla maggioranza e anche all’opposizione di prendere posizione su questo tema e di chiarire in che modo vogliono difendere il Macrico considerato che, appena un anno fa, la quasi totalità delle forze politiche presenti in consiglio comunale votò contro la proposta di variante al prg per classificare la zona come F2. Alla luce del vasto movimento d’opinione che si sta sviluppando in questi mesi, Caserta e la sua comunità non possono permettersi ipotesi di compromesso. L’unica soluzione che impedisce il recupero delle cubature, e quindi possibili lottizzazioni, è l’F2».
«Ci chiediamo allora: c’è quindi un piano diverso che attende il Macrico? E se sì, qual è? Non riteniamo possibile alcuna prospettiva differente, rispetto alla classificazione F2, per tutelare e valorizzare l’area. Peraltro, senza quest’adeguata prospettiva, un possibile cambio di proprietà riproporrebbe in futuro nuovamente gli stessi problemi di oggi. Con l’aggravante di aver perso del tempo prezioso».