Striano (Partitalia) invita tutti i cittadini della provincia di Caserta a sostenere la battaglia degli allevatori contro la mattanza delle bufale

Quello della decimazione degli allevamenti di bufale nel casertano è uno dei problemi più urgenti da risolvere. A partire dal 2014 i piani per contrastare la tbc e la brucellosi, hanno impedito la vaccinazione degli animali e, piuttosto che investire sulla prevenzione, hanno previsto la tolleranza zero della malattia imponendo l’unico strumento della macellazione degli animali per l’eradicazione, causando quindi una vera e propria mattanza di bufale (analisi post mortem hanno poi dimostrato che il 99% delle bufale macellate erano invece sane).

La soluzione di più immediata comprensione consiste nel restringere il campo di attuazione della direttiva che al momento prevede la tolleranza zero. Cioè procedere ad un’analisi accurata dei casi infetti e abbattere solo le bufale che risultano positive.

In passato, ci si è già trovati nella situazione in cui gli allevatori furono costretti ad abbattere le bufale di cui era chiara l’infezione da brucellosi. Non si è stati costretti, però, ad abbattere l’intera popolazione presente nel proprio allevamento.

Tuttavia, se ci troviamo in questa situazione, è perché chi di dovere si è limitato a sentire e non ad ascoltare le richieste degli imprenditori e probabilmente ha voluto fare gli interessi delle multinazionali del latte e della carne giocando sulla pelle e con i soldi degli allevatori, anche perché da quello che ho letto, le bufale macellate e che poi sono risultate sane sono state vendute ad un macello di proprietà di un’azienda leader in Europa.

Questo operato si è dimostrato completamente dannoso per l’intero comparto. Imprenditori che sono sul lastrico perché chi doveva assicurare delle soluzioni risolutive se n’è fregato lasciando queste persone, le loro famiglie, le loro imprese nei casini. È dannoso perché con una politica di prevenzione tutto questo si sarebbe e si potrebbe evitare. Evitando mattanze, evitando sperpero di denaro, evitando il collasso dell’industria.

C’è da dire che negli ultimi giorni è arrivato anche un successo che è solo il primo di tanti altri. Il Consiglio di Stato, dopo l’inchiesta di Report, con due ordinanze depositate, ha ordinato lo stop temporaneo dell’abbattimento di bufale, disponendo nuovi esami sui capi ancora in vita prima di eseguire i provvedimenti di abbattimento totale in seguito ai focolai di brucellosi esplosi in alcuni allevamenti bufalini nel Casertano.

Se vogliamo impedire l’inutile massacro di centinaia di migliaia di animali occorre innanzitutto adottare un piano di prevenzione e analisi accurato. Occorre ancora consentire agli allevatori una procedura di autocontrollo e la possibilità di procedere a delle contro analisi e infine occorre che l’apparato di tecnici con cui confrontarsi venga sostituito in quanto fino ad ora responsabile di danni irreparabili agli allevatori e alle loro aziende.

Voglio rivolgere un appello per sensibilizzare tutti gli abitanti in Provincia di Caserta ma anche chi da lontano non riesce a percepire la gravità della situazione: “Salvare gli allevamenti e aiutare gli allevatori è un atto doveroso nei confronti di chi sostiene con il proprio lavoro l’economia e l’orgoglio di una provincia il cui comparto bufalino è al fondamento di una delle più preziose risorse dell’agroalimentare della Nazione, ovvero la Mozzarella di Bufala Campana. Il secondo prodotto più conosciuto del Made in Italy, risorsa unica e irripetibile del Patrimonio Nazionale Italiano che può vantare di avere (l’unico al mondo) il quarto formaggio oltre quello ovino, caprino e bovino. Circostanza che, da sola, motiverebbe attenzione, investimenti e strategie politico – istituzionali straordinarie”.

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