Un progetto sociale e sanitario di straordinaria importanza che ha messo attorno allo stesso tavolo il Ministero della Giustizia, il Comune di Santa Maria Capua Vetere, l’Agenzia del Demanio, l’Asl Caserta e l’Università degli Studi di Napoli Federico II per perseguire, ancora di più, l’obiettivo di mutualità tra carcere e territorio.
La previsione è quella di realizzare attraverso contributi regionali un canile comunale dinamico di altissimo livello e un presidio sanitario veterinario dell’Asl nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, anche al fine di perseguire il più ampio obiettivo di una proficua reciprocità tra carcere e territorio nel pieno rispetto della finalità rieducativa della pena. Il tutto in un’ottica di progressiva “apertura” e sviluppo esterno della pena detentiva.
Il protocollo di intesa, sottoscritto presso la Sala Giunta del Comune di Santa Maria Capua Vetere – tra il Sindaco Antonio Mirra, la Direttrice del carcere Donatella Rotundo – che da un lato permette ai detenuti di fare importantissime esperienze, affiancati da professionisti del settore qualificati, di inclusione sociale e volte anche ad una futura riammissione nel mondo del lavoro e, dall’altro, di rispondere alle esigenze del territorio in tema di randagismo. L’ulteriore obiettivo del protocollo è infatti quello di iscrivere tale canile comunale al registro regionale ai fini delle adozioni.
“È un ulteriore e significativo passo nell’ambito di un “nuovo rapporto” instaurato tra la struttura penitenziaria e la nostra Città – hanno dichiarato il Sindaco Mirra e l’assessore De Riso – Un rapporto che va specificamente nella direzione della mutualità e dell’interscambio tra il carcere e il territorio cittadino, a lungo organismi separati che oggi invece diventano un unico corpo; e in tale ottica è da considerarsi anche l’importante svolta che ha permesso la realizzazione della condotta idrica, attesa fin dalla costruzione del carcere, che, da questa estate, consente di risolvere il drammatico problema della carenza di acqua all’intera popolazione carceraria”.
“E’ un ulteriore progetto che unisce il carcere al territorio nell’ottica del reinserimento sociale dei detenuti – ha dichiarato la Direttrice Donatella Rotundo – È dovere dell’Amministrazione dare questa opportunità. Ogni detenuto che vuole lavorare deve poterlo fare. Perché solo così si fa vera prevenzione. E questo è un grande progetto perché oltre a dare una possibilità ai detenuti ci permette di dare una possibilità di adozione anche ai cani che verranno curati nel canile di prossima costruzione”.
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