Quattro lunghi giorni di lavoro sono serviti al Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino per valutare la situazione all’indomani della iniziativa tenuta ad Aversa la sera del 22 giugno; quattro giorni di riflessione e di ascolto per verificare l’umore e la condizione vera di chi sta attendendo da troppo tempo i segnali di un cambiamento più volte proposto e sempre più necessario per salvare il comparto bufalino e la comunità
“Rabbia e indignazione, sono le parole che salgono dagli allevatori e dagli agricoltori del casertano. Parole chiare e inequivocabili. Rabbia perchè, mentre la crisi sta precipitando per l’aumento spaventoso dei costi produttivi e per l’aggravarsi delle condizioni ambientali, nonostante tutte le vuote promesse e le parole sprecate dalla politica, nessun reale cambiamento si intravede; anzi: gli abbattimenti inutili continuano, delle iniziative di prevenzione non c’è traccia, trentatré aziende stanno per aggiungersi alle trecento che hanno già chiuso” commenta Gianni Fabbris, aggiungendo: “Ma è l’indignazione che è la vera condizione comune dei tanti che stiamo ascoltando; quella per cui nonostante mesi di proposte e di ragionevolezza, dal Governo Regionale arrivano solo provocazioni gratuite. Nonostante si sia espresso il meglio del pensiero scientifico indipendente, i giuristi, le associazioni e i movimenti sindacali non compromessi con il fallimento della gestione del Piano fin quei messa in campo, la Regione, di fronte alle molte offerte di aprire un confronto serio e trasparente tenta, nel più maldestro degli scaricabarile, di dare la colpa agli allevatori invece che riconoscere il proprio fallimento e la necessità di cambiare. Se è evidente il tentativo di lasciare tutto com’è indorando la pillola, continuiamo a chiederci: perchè? Chi sta tenendo la politica regionale in ostaggio? Quali sono gli interessi che, essendosi fortemente arricchiti nella crisi gestendo il piano fallimentare, oggi non ne vogliono uno che funziona davvero? ”
Nella serata della manifestazione di Aversa, il Movimento aveva detto parole chiare appellandosi al Consiglio Regionale: “Prendiamo atto del pantano in cui è precipitata l’azione della giunta incapace di offrire soluzioni credibili e condivise e ci rivolgiamo direttamente al Consiglio (che ha il compito di esprimersi secondo legge sul Piano) per riportare il confronto dentro un percorso utile: si istituisca un luogo di confronto vero e trasparente e si tolgano di mezzo gli ostacoli che, al contrario, intorbidano le azioni e le scelte della politica, a cominciare da quello che umoristicamente l’Assessore chiama Tavolo di Trasparenza (in realtà un luogo di mistificazione e propaganda) e venga ritirato il mandato ai cosi detti esperti che in realtà portano la responsabilità del fallimento e vorrebbero continuare a mantenere rendite di posizione e interessi di gestione”.
“Oggi, prendendo atto che ancora non arrivano segnali credibili e utili dalla Regione, è arrivato il tempo di ascoltare gli allevatori e, in nome della loro rabbia e determinazione e della loro indignazione, ci rivolgiamo direttamente ai cittadini ed a quanti hanno a cuore la difesa del cibo artigiano, delle nostre campagne, della dignità di chi le lavora: è il tempo di scendere in strada per far sentire forte e chiara la nostra voce. Di essere a fianco e con chi ha davvero a cuore le sorti di Terra di Lavoro, del Patrimonio Bufalino, del Cibo Artigiano”.
È con queste parole che Fabbris racconta l’esito degli incontri tenuti in questi giorni che hanno prodotto, fra l’altro, l’articolazione e la rimodulazione della proposta di iniziative già in programma. In particolare, tre sono gli appuntamenti generali della mobilitazione per salvare le Bufale e l’Agricoltura Artigiana, di cui il primo passaggio si consumerà nei prossimi giorni: la manifestazione di territorio già annunciata nel Casertano, arriverà direttamente a Napoli con gli allevatori e agricoltori che porteranno centinaia di trattori per incontrare i cittadini ed andare insieme a Santa Lucia e chiedere direttamente al Presidente De Luca di rispondere alle tre richieste degli allevatori: aprire un tavolo trasparente di lavoro, cambiare il piano in senso utile e condiviso e in modo che le zoonosi possano essere davvero risolte, rimuovere l’incarico al Prof. Antonio Limone ed agli altri esperti indicati a ispirare il Piano per evidente fallimento delle azioni messe in campo.
Il Coordinamento ha diffuso oggi un invito con cui convoca nella serata di venerdì 1° Luglio un incontro e organizzare concretamente l’iniziativa che avrà luogo nei giorni successivi e, nel frattempo, vengono messi in campo una serie ulteriori di incontri sia nelle sedi istituzionali (Prefettura e Questura di Caserta e Napoli, Ministero degli Interni), sia per incontrare nelle prossime ore i Parlamentari a Roma e definire la Manifestazione in programma nella Capitale con la partecipazione dei sindaci, del movimento nazionale e territoriale.
Nel ricordare che “abbiamo fatto esplicita richiesta al Presidente del Consiglio Regionale ed ai Capigruppo di incontrarci con urgenza” e annunciando che “come abbiamo detto nei giorni scorsi domani 28 giugno sarà inviata e diffusa formale richiesta al Commissario Generale Luigi Cortellessa di incontrare una delegazione di allevatori per ascoltare dalla loro diretta voce e senza rischio di mistificazioni la posizione del Coordinamento”, Gianni Fabbris conclude annunciando per il giorno 11 luglio una giornata intera dedicata agli operatori della stampa e dell’informazione regionali e nazionali: “il Bufala Tour” che compirà un percorso guidato nelle aziende casertane che si stanno preparando alla manifestazione di Napoli e ascoltare e documentare la verità in alternativa alle molte veline propagandistiche che vengono diffuse con l’obiettivo di confondere le acque.
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