Caserta. Si svolge sabato 19 novembre alle 19,30 presso il centro Terre Blu, in via San Nicola 27 a Caserta, l’happening “Vienmnsuonno. Il design della moda come landtelling della città di Napoli”. Terre Blu tiene così a battesimo il neonato brand di due giovani fashion designer di Nola, Massimo Parisi e Annalisa De Falco, attraverso una presentazione che è spettacolo globale e festa grande, musica, proiezioni multiple, esposizioni, sfilate, panni spazi ad asciugare, ex voto, riflessioni e narrazione.
Focus della collezione è infatti una narrazione non convenzionale della città di Napoli, dei suoi quartieri e della loro storia: corpo vivo, magia che è esoterismo, mito che è Partenope, realtà che è finzione; centro e periferia, tradizione, sacralità profana, realtà, sogno, grafica e innovazione.
Come Sergio Bruni cantava Napoli e l’amore, così Vnmns1926 porta avanti il suo omaggio alla città e a tutto quello che rappresenta. Quando Napoli è Capodimonte, il brand diventa tessuto nel ricordo dei suoi Re, del suo lusso e della sua porcellana. Quando è Materdei, prende il pattern della sua metro e lo trasforma in completo camouflage, camaleontico dell’urbano e dei suoi palazzi. Dal piccolo al grande, dalla partita di pallone nei vicoli alle olimpiadi da stadio: tutto è vita e moda.
L’allestimento è stato realizzato in collaborazione con gli alunni del Liceo Artistico di San Leucio, classe IV B, guidati dalla prof. Angela Tartaro.
L’evento rientra nella rassegna “DERIVE. Festival sulla narrazione del contemporaneo e la trasversalità dei linguaggi”, cofinanziato dalla Regione Campania e patrocinato dal Ministero della Cultura, dalla Provincia e dal Comune di Caserta.
Giunto alla sua sesta edizione, il festival scaturisce dalla ricerca che Terre Blu conduce da anni sulle produzioni artistiche e culturali, le discipline e le conoscenze che caratterizzano il mondo contemporaneo. Punto focale e mission della manifestazione sono la trasversalità e l’interazione tra i saperi. La stessa dizione “Derive” intende valorizzare ciò che resta apparentemente marginale alle tradizionali rappresentazioni, luogo di confine dai margini spesso indefiniti.