Caserta. È con profondo dispiacere che evidenzio l’indifferenza politica di chi governa la mia Città d’origine. Racconto quest’episodio non per me, ma per tutti coloro che come me non possono accedere liberamente allo Stadio Maradona e non possono scegliere di vedere la partita nel posto che ritengono più idoneo, così come avviene in tutte le altre città in Italia e all’estero. A Napoli, invece, vi è un unico settore “disabili” dove la visuale è pessima e ci può accedere un esiguo numero di persone.
Una premessa va fatta, prima dei lavori allo Stadio, tutto questo disagio non c’era e normalmente vedevo le partite in tribuna. Una situazione incresciosa che ho vissuto in prima persona per seguire la mia squadra durante la partita Napoli Glasgow, non si può accedere in tribuna, nonostante avessi regolarmente acquistato i biglietti per la Tribuna Posillipo, non si può scegliere la postazione, non si può più andare in Tribuna Autorità perché la sedia a rotelle crea problemi per la sicurezza, apprendo il disappunto di tanti che evidenziano che ad essere presenti sono sempre le stesse persone, scopro il freddo comportamento del personale che intima di accedere solo nello spazio riservato, non è più andare a vedere la partita, che tra l’altro le ho seguite in Europa e senza problemi, ma una lotta per rivendicare i diritti che speravo di non dover fare nella mia Città. Il Napoli vince la partita, ma ha perso l’umanità.
Ricevo le scuse dal Calcio Napoli anch’esso impotente. Scrivo subito al Sindaco Manfredi chiedendo un appuntamento per poter fornire utili suggerimenti al miglioramento di una situazione che mette ai margini coloro che hanno lo stesso diritto degli altri. Trovo un muro, un silenzio assordante, mi riceve ieri e ringrazio l’assessore allo sport Ferrante, la quale non avendo la delega allo Stadio, ha potuto solo ascoltare ma impotente nell’azione.
Provo fastidio, rabbia ed anche delusione per lo stato in cui, nel 2022, versi Napoli, e per come l’Amministrazione comunale sia attraverso il primo cittadino, così indifferente non solo nei confronti di chi gli ha chiesto un incontro ma per come abbia completamente ignorato una richiesta d’incontro da parte di chi serve le Istituzioni da oltre 30 anni e che continua, nonostante la propria disabilità, ad indossare l’Uniforme nel pieno rispetto del giuramento fatto, lavorando quotidianamente per la salvaguardia delle Istituzioni.
La mia non è una lotta personale ma una battaglia di civiltà e di rispetto nei confronti di tutti coloro subiscono azioni che ogni giorno li fanno sentire diversi.