Santa Maria Capua Vetere. Non solo la camiceria, la sartoria per le mascherine e le pochette o il laboratorio di dolci: la “rinascita e trasformazione” del carcere di Santa Maria Capua Vetere da istituto noto per le violenze ai danni dei detenuti a istituto “modello”, passa anche attraverso altri progetti “pilota” diretti alla rieducazione del detenuto ma anche alla risoluzione di problemi del territorio.
Ecco quindi che oggi, nel giorno in cui è stato celebrato l’arrivo dell’acqua corrente nell’istituto di pena, sono stati presentati i progetti per la realizzazione all’interno del carcere di un ospedale veterinario con pronto soccorso, e di un canile municipale. I detenuti saranno chiamati a partecipare alla cura degli animali e alle attività ospedaliere, ovviamente dopo un periodo di formazione.
“I lavori del presidio veterinario inizieranno nei primi mesi del 2023 – assicura il direttore generale dell’Asl di CASERTA Amedeo Blasotti – e costeranno poco più di tre milioni di euro, divisi al 50% tra Asl e Regione. Sarà un presidio con due sale operatorie, box all’esterno per la riabilitazione e un centro per il recupero della fauna selvatica. E’ un progetto importante dal punto di vista sociale perché servirà davvero a recuperare tanti detenuti“.
C’è poi il progetto del canile municipale, che sarà realizzato da Comune di Santa Maria Capua Vetere e Regione. Soddisfatto il sindaco Mirra, secondo cui “entrambi i progetti sono fondamentali per la loro straordinaria valenza rieducativa“. “Quello di strutture interne al carcere per curare gli animali è un sogno che si avvera” dice il direttore del carcere Donatella Rotundo, che da quando si è insediata, nel settembre 2021, ha dato una svolta al carcere, noto solo per le violenze e i problemi idrici, facendo rete con le altre istituzioni territoriali e realizzando laboratori di sartoria, di dolci e altre iniziative di concreto rilancio.