Caserta. A seguito della sollecitazione avanzata dalla rete di associazioni ambientaliste, finalmente anche tra le forze politiche casertane comincia ad emergere il problema delle cave, un enorme scempio che da decenni sta devastando il nostro ambiente naturale.
Infatti, il consigliere comunale Raffaele Giovine in data 23-12-2022 ha presentato al sindaco di Caserta seguente interrogazione: “Si chiede di sapere: • A che stato sia l’istituzione del parco intercomunale dei Colli Tifatini, di interesse regionale, che allo stato vede l’adesione del Comune di Caserta (come capofila), con i comuni di Capua, Casagiove, Casapulla, Castel Morrone e San Prisco. • A che stato sia l’azione di recupero paesaggistico delle c.d cave ricadenti nel perimetro del Comune di Caserta”.
Come già abbiamo avuto modo di sottolineare in diverse occasioni, tra Caserta e Maddaloni continua la maledizione e lo scempio delle cave: intere colline sono state divorate e sfregiate dai cosiddetti “cavaioli”, che nonostante i divieti di legge continuano imperterriti la loro opera predatoria. Nuovi scavi abusivi si stanno compiendo in questo periodo sulla cima delle colline, scavando dalla sommità, nei pressi del santuario di S. Michele e della Cava Franca di Luserta.
Un altro cantiere di escavazione enorme è stato riaperto alle spalle dei Ponti della Valle, patrimonio Unesco dell’umanità. La corta visione politica e la scarsa sensibilità ambientale degli amministratori (in particolare dei comuni di Caserta e di Maddaloni) continua a produrre danni incalcolabili: un dissesto idrogeologico senza pari. Non basta la chiusura delle attività dei due cementifici (Cementir e Moccia dei veri “mostri industriali” nel pieno della conurbazione casertana), bisogna impedire che in vari punti si continui a scavare ed estrarre calcare (come si può vedere a occhio nudo). Bisogna fermare del tutto queste attività, che da decenni ci divorano la vita e la salute.
Oltre alla difesa della salute, occorre mettere in campo azioni per la tutela e valorizzazione del paesaggio, un bene comune primario, come ci ricorda Tomaso Montanari nel suo ultimo saggio sull’Art. 9 della nostra Costituzione. Da parte delle associazioni ambientali e comitati dei cittadini più volte è stato riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica lo scempio in atto con la devastazione delle cave, con una opera di distruzione ecologica, che ha già prodotto una situazione di dissesto ambientale per molti versi irreversibile.
Ora è arrivato il momento di ribellarsi e di indignarsi, di riprendere l’iniziativa per lanciare un appello, rivolto in primo luogo alle massime autorità istituzionali (dalla Regione Campania alla Provincia fino ai Sindaci di Caserta, Capua, Casagiove, Castel Morrone, Casapulla e San Prisco, che hanno già aderito al parco in modo formale). Dobbiamo fare in modo che il Parco dei Colli Tifatini diventi una realtà, una vera priorità per tutti. Tra l’altro le attività estrattive incidono negativamente anche sui lavori del nuovo Policlinico, da anni bloccato.
A Caserta, come sta avvenendo per alcuni beni comuni, è necessario riprendere un movimento di lotta, non tanto di denuncia, quanto di proposte e progetti con la mobilitazione delle principali associazioni giovanili ed ambientaliste. A tal fine abbiamo deciso di costituire una rete con l’intento di continuare a denunciare e informare i cittadini su cosa sta avvenendo.
La rete per ora è composta da: Le Piazze del Sapere – FTS Casertano – Legambiente – WWF- LIPU – Cai Caserta – Arci – Acli – Auser Caserta, Capua e Casagiove – Italia Nostra – CSA Ex Canapificio – Caserta Città Viva- Cittadinanza Attiva – Partecipazione Attiva – Agenda 21 per Carditello – Medici per l’Ambiente, A Casa di Lucia, in collaborazione con le scuole e l’università, ma anche con le forze sociali e del mondo del lavoro (a partire dai sindacati). Stiamo valutando una prima iniziativa da realizzare in collaborazione con il comune di Casagiove nel mese di gennaio 2023.
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