Casal di Principe. Ora tutti sanno dell’inutile strage ma chi deve non interviene. L’11 gennaio riprende la mobilitazione. Ad un anno di distanza dall’inizio del primo sciopero della fame messo in campo da Adriano e Peppe, ci riconvochiamo per organizzare le risposte. E’ l’ora delle risposte e che chi ha sbagliato vada a casa.
L’11 gennaio 2022 Adriano Noviello e Peppe Pagano iniziavano uno sciopero della fame che ha dato il via alle attività del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino di cui divulghiamo il documento costitutivo che era e rimane la base della sua iniziativa. Da quella data tutto sarebbe cambiato e la vicenda dell’inutile strage di animali e aziende sarebbe diventato di dominio pubblico nazionale. Prima di allora il silenzio e l’arroganza avevano nascosto una verità che ora è di fronte a tutti: Il massacro di centinaia di migliaia di animali e di aziende proposto come necessario ed inevitabile per risolvere i problemi della TBC e della BRC Bufalina. Una misera bugia per nascondere incapacità e malafede messa in campo con l’effetto di distruggere un tessuto di storia produttiva, una intera comunità ed un territorio profondamente legato alla produzione della Bufala.
Tutto questo mentre la BRC e la TBC bufalina, in realtà, si stanno espandendo in un perverso meccanismo per cui gli unici a vincere sono speculatori industriali, commerciali e l’apparato tecnico/scientifico che lucra senza dimostrare un vero interesse a risolvere la situazione.
Tutto questo, grazie al lavoro del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, è ormai chiaro in Italia e lo sta diventando anche in Europa grazie all’iniziativa messa in campo a Bruxelles nel mese di dicembre 2022.
L’11 gennaio 2023 il Coordinamento e gli allevatori aprono una nuova fase della mobilitazione: quella che dovrà portare a casa quelle risposte che finora le istituzioni mostrano di non voler dare. Non sarà possibile continuare a fare melina. Non sarà possibile continuare a raccontare bugie e non sarà possibile eludere gli impegni.
L’11 gennaio 2023 i membri del Coordinamento Unitario saranno in sciopero della fame. Una giornata per ricordare a tutti che i problemi sono ancora tutti aperti, che le aziende continuano a chiudere, che gli animali continuano ad andare al macello, che la BRC e la TBC si stanno pericolosamente espandendo. Una sola giornata simbolica ma decisa, per ricordare a tutti e tutte che nel frattempo la strage continua.
Una giornata in cui in Conferenza stampa (alle 13) presso la NCO di Casal di principe verranno illustrati i nuovi obiettivi del Movimento e le iniziative di lotta e sindacali e in cui dalle 14 alle 18 in una serie di incontri e assemblee, il Coordinamento Unitario metterà a punto organizzativamente la nuova fase della mobilitazione.
Primo obiettivo: convocare nei prossimi giorni la Sesta edizione degli Stati generali in Difesa del Patrimonio Bufalino e rilanciare gli obiettivi posti alle istituzioni (sia al Consiglio Regionale, che al Parlamento e al Governo italiani e al Parlamento Europeo).
A quell’incontro sono invitati tutti i consiglieri regionali (che hanno adottato una delibera di critica del Piano con l’impegno a tenere sessioni di valutazione concreta sui risultati …. quando?). Sono invitati i parlamentari eletti al Senato ed alla Camera (diversi di loro hanno assunto impegni che ora vanno attuati); sono invitati i Parlamentari Europei che hanno sul tavolo le proposte avanzate con la Petizione Europea presentata a Bruxelles un mese fa. Saranno invitate le forze politiche e sociali ricordando loro le proposte del Movimento avanzate in questi mesi e che, se fossero state ascoltate e confrontate, avrebbero potuto ben risolvere i problemi.
Soprattutto nella giornata dell’11, negli incontri che si terranno dopo la conferenza stampa, il Coordinamento e gli Allevatori tracceranno le prossime iniziative di mobilitazione con al primo posto la richiesta che lucidamente il Coordinamento aveva posto fin dall’inizio dello Sciopero ella fame dell’11 gennaio scorso: si ricostruisca un clima di serenità per affrontare un confronto serio che risolva i problemi, rimuovendo gli ostacoli che stanno impedendo le soluzioni. Si azzeri il Piano ritirando le deleghe a chi lo ha scritto e diretto finora per manifesta incapacità e per evidente fallimento come avevamo indicato si dovesse fare fin dal primo momento e come si legge nel documento costitutivo del Coordinamento inviato alla Regione:
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