Caserta (di Nadia Marra). Alla fine delle festività di Pasqua il vuoto delle partenze che rimane in questa terra, nei genitori, nonni, sorelle, fratelli, cugini, ha un sapore amaro. I figli, quelli per i quali tanti sacrifici si sono fatti per farli studiare e formare per quello che era il proprio sogno di realizzazione, partono verso Nord: Roma, Milano, Torino, Modena, Genova, Bologna, Pisa, Reggio Emilia, … estero …
Giovani con lauree nelle migliori università italiane, con dottorati, master, corsi di perfezionamento, corsi di specializzazione, ecc.
E il Sud rimane con poche grandi risorse e perde le migliori professionalità ingegneri, medici, imprenditori, manager, dipendenti in enti pubblici, specialisti in professioni tecniche e artigiane, delle arti e della cultura e tanti altri. Rimangono poche eccezioni di quei talenti che resistono e tanti pensionati, disoccupati, precari.
Vale il “si arrangi chi può” per chi rimane con le eredità ricevute, per chi è di buona famiglia, oppure con le più astute furbizie, per chi non lo è, messe in atto in modo più o meno lecito ognuno con i propri mezzi differenti tra donne e uomini.
Rimane un Sud rabbioso e fratricida. Incapace di riattrarre quelle menti lungimiranti e perbene che decidono di vivere in contesti di civiltà avanzata. Buon ritorno alla quotidianità casertana senza tanto del meglio.
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