Castel Volturno. Continuano le attività della Regione Campania per lo sviluppo del territorio e la valorizzazione dei prodotti tradizionali. Agnese Rinaldi, funzionaria della Regione Campania, Componente della commissione funghi e tartufi ha reso noto che è stato “intrapreso un progetto con le Associazioni che hanno a cuore le sorti di quest’area, che consiste nel rivalutare e inserire il tartufo bianchetto di Castel Volturno tra i prodotti tradizionali, per fargli ottenere un’ulteriore denominazione di qualità, che è quella del marchio Pat (prodotto agricolo tradizionale).”
Del progetto se ne sta occupando l’assessore all’agricoltura Nicola Caputo, con la collaborazione di Assotartufai Campania, Presieduta dalla dott.ssa Noemi Iuorio, della Vice Presidente dell’Associazione “Domizia”, Leda Tonziello, impegnata in prima persona nella pratica per il PAT, del micologo Michele Caputo, specializzato in progettazione e realizzazione delle piante micorizzate, del vivaio Improsta di Eboli della Regione Campania diretto dal dottore Pasquale Santalucia, e del consigliere comunale castellano Peppe Scialla.
“La Regione Campania è da un po’ di tempo che investe su Castel Volturno per il ripristino della pineta, che da sempre è stata vocata al tartufo bianchetto“. Questo quanto dichiarato dalla dott.ssa Rinaldi, che la scorsa settimana si è recata sul posto. “Nell’ambito del ripristino con essenze naturali della macchina mediterranea – ha precisato – si è deciso anche di predisporre, preparare ed allestire dei piccoli impianti sperimentali per il recupero delle piante, che ormai erano andate disseccate.”
“L’obiettivo – spiega – è di ripristinare la pineta e contemporaneamente recuperare anche il potenziale tartufigeno di quest’area, attraverso la messa a dimora di piante micorrizate con il tuber borchii. Ovviamente la micorrizazione è un processo estremamente delicato, che richiede che si creino determinate condizioni biotiche dal punto di vista ambientale. Necessita di relazione tra la pianta e la spora dal tartufo, per cui si avrà sicuramente la necessità di un assestamento per qualche anno, dopodiché ci aspettiamo che da qui a 5-6 anni le piante possano entrare in produzione e quindi ricontribuire ulteriormente ad una valorizzazione, attraverso delle tartufaie coltivate e controllate dell’intera zona.”
“La scorsa settimana – fa sapere la funzionaria regionale – siamo andati nella pineta di Castel Volturno per due motivi, innanzitutto per trovare questo prezioso prodotto e secondariamente perché il tartufo trovato, servirà per un progetto un po’ più ampio che la Regione sta portando avanti, ovvero quello del profilo aromatico. In Regione Campania ci sono ormai 20 giudici di analisi sensoriale, che si stanno specializzando sul bianchetto. La scheda di analisi sensoriale con le caratteristiche organolettiche del tuber borchii, già è stata prodotta, nasce in Campania e verrà utilizzata in tutta Italia quando si fa analisi sensoriale sul tartufo bianchetto.”