Lutto nel mondo politico casertano, è morto l’ex senatore Pasquale Ferrara

Caserta (di Antonio Arricale). Lutto nel mondo politico casertano. Si è spento l’ex senatore Pasquale Ferrara, esponente di spicco del PSDI (Partito socialista democratico italiano). Sedette sugli scranni di Palazzo Madama nell’XI legislatura e fu membro dell’8° Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) dal 16 maggio 1992 al 14 aprile 1994. Negli anni in cui, cioè, la cosiddetta Prima Repubblica subiva l’onta di quel finto moto civico-rivoluzionario, ma che in verità fu più prossimo ad un colpo di Stato, promosso in particolare dai giudici di Milano, e che sarà consegnato alla storia col nome di Mani Pulite (nome anch’esso falso e fuorviante).

Ovviamente, Pasquale Ferrara, sanfeliciano doc, che a quella posizione era giunto in forza di una lunga, generosa e convinta militanza politica di base – come allora usava – di quella nefasta stagione fu vittima innocente, insieme a tanti altri deputati e senatori, colpevoli unicamente di essere espressione di uno dei partiti di governo (Dc, Psi, Psdi, Pli, Pri, il cosiddetto pentapartito). Partiti orgogliosamente atlantisti, autonomisti e riformisti che – per un oscuro disegno politico che solo ora, a distanza di oltre trent’anni comincia ad emergere da una fitta nebulosa – andavano semplicemente cancellati, unitamente ai loro leader, Craxi in testa. Fosse stato comunista Pasquale Ferrara avrebbe, molto probabilmente, continuato ad occupare posizioni di vertice. Perché una cosa non gli mancava: l’intelligenza e la passione politica, innestata su radici ben piantate tra la gente, il cui contatto quotidiano preferiva di gran lunga alla nomenclatura.

Al senatore Ferrara mi legarono, oltre alla comune origine (San Felice a Cancello) amicizia e stima e, negli anni appunto di Mani Pulite, una saltuaria frequentazione romana. All’epoca io ero redattore dell’Avanti!, il quotidiano socialista su cui pressoché giornalmente Bettino Craxi firmava puntenti corsivi sotto la sigla GdT (Ghino di Tacco) e di tanto in tanto da Pasquale mi giungeva una telefonata: “Tonino, molla tutto, andiamo a prenderci un caffè. Ci sono dei compaesani che ti vogliono salutare”. Ed io correvo. Da Gino al Pantheon, dove davanti ad un caffè di granita con panna, col senatore e gli amici di turno si parlava soprattutto del nostro paese, di San Felice a Cancello.

Perché col senatore Ferrara c’era anche un motivo di colleganza politica espressa a livello comunale, che saldava vieppiù il nostro impegno e l’amicizia. Eravamo, infatti, consiglieri comunali (io del Psi, ovviamente) d’opposizione (ma era della partita anche il compianto on. Angelo Manna, missino) e insieme combattemmo una dura battaglia contro la Dc del tempo, che era stragrande maggioranza assoluta, e a cui imponemmo importanti modifiche allo Statuto comunale, introducendo, primi ed unici in Italia, la figura dell’assessore alla trasparenza. Carica che veniva assegnata – novità assoluta nel panorama politico, e questa sì rivoluzionaria – ad un esponente della minoranza, il quale poteva partecipare anche alle riunioni di giunta. Carica che toccò a me, per la prima volta, grazie anche al voto del senatore Ferrara.

Potrei raccontare ancora un’infinità di aneddoti, ma ci vorrebbero troppe righe e soprattutto mi manca la serenità d’animo per farlo.

Con Pasquale ci siamo sentiti per telefono l’ultima volta, qualche mese fa. Mi beccò a Roma, nel pieno di una riunione, e chiedeva di suggerirgli nomi e militanti per ricostruire un’area socialista e riformista a Caserta. Aveva il fuoco della politica che gli ardeva sempre dentro. Non riuscii a dissuaderlo, ovviamente. Ciao, senatore.

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