Caserta. Dopo i mesi trascorsi senza vitto e soldi e in appartamenti con criticità strutturali e servizi inefficienti, i migranti del Sai Caserta, il Sistema di Accoglienza e Inclusione sospeso a metà febbraio per sei mesi dal ministero dell’Interno su richiesta del Comune proprio in seguito alle criticità riscontrate, stanno per lasciare il capoluogo.
Destinazione, i Sai di altre province e regioni in cui il Viminale ha trovato disponibilità; dei 105 che erano qui nelle scorse settimane, ne sono rimasti una settantina, destinati a partire. Non tutti i migranti accettano però la destinazione indicata dal ministero, temendo che spostarsi in realtà isolate possa compromettere il loro percorso di integrazione.
In particolare un gruppo di una trentina di migranti di origine africana – gli altri sono soprattutto bengalesi e pachistani – aveva iniziato a frequentare a Caserta, grazie al Sai, istituti scolastici, scuole calcio, corsi di formazione; per la gran parte di loro, il Viminale ha disposto il trasferimento in paesini campani, calabresi e pugliesi, mentre un folto gruppo di migranti, una ventina tra bengalesi e pachistani, andrà tra Bologna e la sua area metropolitana (Nuovo Circondario Imolese), e “in ogni caso – dice Omar Mohamed, sudanese 22enne che sta svolgendo a Caserta un corso di informatica, frequenta la scuola guida e quest’anno vuole prendersi il diploma di terza media – loro sono stati trasferiti in gruppo, noi ragazzi africani anche da soli”.
La paura di Omar è che “sarà impossibile per me continuare il percorso iniziato. Perché non ci trasferiscono anche a noi in città come Bologna, dove avremmo tutte le opportunità di continuare ad integrarci”? Omar è destinato al Sai di Bartolomeo in Galdo, piccolo Comune del Sannio al confine con il Molise. Omar, con altri ragazzi africani ospiti del Sai di Caserta, nei mesi scorsi, con l’assistenza dell’avvocato Elvira Rispoli, ha denunciato all’autorità giudiziaria le condizioni di disagio (per mesi non hanno percepito il vitto e il pocket money), e attualmente sulla vicenda sono aperte alla Procura di Santa Maria Capua Vetere due indagini.
Gli immigrati di origine asiatica invece non hanno segnalato o denunciato difficoltà. Ora, per i ragazzi africani, è arrivata la doccia fredda del trasferimento. Braim, 20enne del Ciad, frequenta il quarto geometra e una scuola calcio a Marcianise; per lui il Viminale ha scelto il paesino di Chianche, in provincia di Reggio Calabria, dove si recherà da solo e dove sarà ben difficile possa continuare il suo percorso.