Caserta. Domenica 23 aprile, in occasione della ricorrenza di San Giorgio Martire, i cavalieri campani del ramo napoletano del Sovrano Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio si ritroveranno alle ore 12.00 presso la Cappella Palatina della Reggia di Caserta per la celebrazione della Santa Messa per la ricorrenza del proprio Santo protettore.
La celebrazione – presieduta da mons. Lucio D’Abbraccio – sarà l’occasione per riunire, in festa, preso la Reggia quanti sono legati alla memoria di San Giorgio ed all’Ordine, al servizio della Real casa di Borbone delle Due Sicilie dal 1721.
La celebrazione rappresenta, in assoluto, il primo evento ufficiale dell’Ordine presso la Reggia di Caserta dall’Unità d’Italia, una attesa di 163 anni diventata realtà grazie al permesso della Diocesi di Caserta.
L’ORDINE
Fondato, secondo la leggenda, dall’imperatore Costantino nel 312 d.C., l’Ordine Costantiniano sarebbe stato costituito dopo la vittoria contro Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, successo ottenuto grazie al favore divino manifestatosi con l’apparizione in cielo della croce accompagnata dalla scritta «In hoc signo vinces». La sua forma più moderna sarebbe originata all’inizio del ‘500 con la famiglia degli Angeli Flavi, dinastia cattolica originaria dei Balcani, più volte salita sul trono dell’Impero Romano d’Oriente.
Guidato, oggi, dal principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, l’Ordine – che conta circa cinquemila cavalieri nel mondo – si propone la glorificazione della croce, la propagazione della fede cattolica e la difesa della Chiesa apostolica romana, cui è strettamente legato, oltre ad offrire un contributo di azione ed attività alle due grandi opere eminentemente sociali dell’assistenza ospedaliera e della beneficenza. Dal 1° agosto 2011 gode dello status consultivo speciale presso il Consiglio Economico e Sociale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
SAN GIORGIO
Protettore dell’Ordine Costantiniano e di tutti gli ordini cavallereschi, il santo nacque in Cappadocia intorno al 280 d.C. e si arruolò, in Palestina, nell’esercito dell’imperatore Diocleziano, comportandosi da valoroso soldato, fino al punto di giungere a far parte della guardia del corpo dello stesso imperatore che fu artefice anche del suo martirio.
La leggenda agiografica narra che in una città chiamata Silena, in Libia, vi fosse un drago che uccideva tutte le persone che incontrava. Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno ma, quando queste cominciarono a scarseggiare, furono costretti a offrirgli una pecora e un giovane. Un giorno fu estratta la giovane figlia del re che si avviò verso il lago per essere offerta al drago. In quel momento passò di lì il giovane Giorgio il quale, protettosi con la croce e raccomandandosi al Signore, affrontò il drago che gli veniva incontro, ferendolo gravemente con la lancia. Allora il re e la popolazione si convertirono al cristianesimo.