Casal di Principe. Nella giornata di ieri la figura di Valerio Taglione ha ricevuto il riconoscimento ufficiale dello Stato con la medaglia d’oro al valor civile assegnata dal Presidente della Repubblica, e consegnata dal Prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo, nel corso di una cerimonia tenuta a Casal di Principe nel bene confiscato “Casa Don Diana“, alla moglie Alessandra, alle figlie Cecilia ed Elisabetta, e ai genitori Vincenzo e Clorinda.
Ha raccolto il testimone da don Peppe Diana, di cui ha portato avanti il messaggio di legalità e coraggio, fondando il Comitato che porta il nome del prete ucciso, e contribuendo a raccogliere attorno una rete di associazioni contro la camorra. E lo ha fatto fino alla morte, avvenuta per un brutto male l’8 maggio 2020.
Un riconoscimento che il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha disposto con decreto – ricorda il prefetto – il 24 maggio, poco più di due mesi dopo la sua visita a Casal di Principe, a riprova della sensibilità del Presidente della Repubblica. Momenti di grande commozione, presenti il Vescovo di Aversa Angelo Spinillo, il Questore di Caserta Andrea Grassi, rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, i sindaci di Casal di Principe Renato Natale e di Aversa, Alfonso Golia, e tanti scout; sia Valerio che don Peppe Diana erano scout e fieri di esserlo, come ha ricordato un capo-scout.
“Valerio era un condottiero – ha detto con emozione Salvatore Cuoci, coordinatore del Comitato don Peppe Diana – non si tirava mai indietro ed è riuscito a fare qualcosa di esemplare; ci ha lasciato in eredità un patrimonio di valori universali, la determinazione e il coraggio di stare dalle parte delle legalità e di non aver paura della camorra, di sfidarla come don Diana attraverso la gestione dei beni confiscati e il loro riutilizzo sociale. Ha creato un modello, e una rete di associazioni che ancora oggi funziona benissimo, e soprattutto un argine ai clan. Valerio, nel suo essere straordinario, è sempre rimasto una persona semplice, e dimostra che una medaglia d’oro può essere data anche alle persone semplici“.
Papà Vincenzo, piangendo, ha ricordato il giorno in cui Valerio decise di dare battaglia al potere camorristico, ovvero quel 19 marzo del 1994 in cui don Diana fu ucciso. “Eravamo a tavola, sentimmo la notizia per radio, Valerio fece un salto dalla sedia e gridò ‘hanno ucciso a Don Peppe’. In quel momento iniziò la lotta alla camorra. Spero che ce n’è siano altri come lui, che continuino la sua lotta contro chi ha distrutto questa terra così bella“.
La motivazione per cui Mattarella ha concesso il riconoscimento è che Taglione “ha promosso tra i giovani percorsi di educazione alla legalità e ai valori sociali. Si è particolarmente impegnato per il recupero dei beni confiscati e per la costruzione di una comunità alternativa a quella criminale. Mirabile esempio di coraggio, di senso civico e di solidarietà“.