Caserta. Ha riscosso un grande successo l’incontro promosso dal Club Caserta Luigi Vanvitelli con l’On. Federico Cafiero De Raho, già Procuratore Nazionale Antimafia, attualmente Deputato della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana nelle fila del Movimento 5 stelle.
La piacevole serata, ospitata lunedì 25 settembre presso l’Hotel dei Cavalieri, è stata aperta dal presidente Gianluca Parente che ha salutato e ringraziato i tanti ospiti presenti tra cui l’on. Agostino Santillo, l’on. regionale Giovanni Zannini, l’assessore comunale Enzo Battarra, l’assistente del Governatore Giuseppe Di Caprio, la presidente del Rotary Sessa Aurunca Marilina Cresce, don Stefano Giaquinto e i tanti soci. La parola è poi passata alla giornalista Beatrice Crisci che ha moderato l’evento introducendo il relatore dopo una breve presentazione.
Davanti ad una interessata platea, l’ex Procuratore, accompagnato dalla consorte, il magistrato Paola Piccirillo, si è soffermato sull’attività di lotta alle mafie alla luce della sua nuova posizione di parlamentare e dei nuovi strumenti a disposizione.
L’ex Procuratore Antimafia, attualmente Vicepresidente della II Commissione (Giustizia) e Vicepresidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, ha detto di avere accettato la candidatura a parlamentare per proseguire il suo impegno di tanti anni contro le mafie, per portare la sua esperienza in Parlamento, anche se, ha confessato: «Non è facile. È un lavoro complesso e difficile».
Nel suo intervento ha toccato diversi temi dalle mafie ai benefici penitenziari, dall’abuso di ufficio alla corruzione che blocca il Paese, alla scuola, importante antidoto per combattere le organizzazioni mafiose.
Delle mafie ha detto che sono sempre state sempre evolute, soprattutto quella di Casal di Principe che aveva un’organizzazione imprenditoriale incredibile e si muoveva con esponenti politici territoriali (si veda l’elevato numero di imprese edili presenti in questa località rispetto ad altri comuni). Oggi le mafie sono in accordo tra lor, svolgono affari insieme e da sempre si muovono in grandi settori economici.
Cafiero De Raho non poteva non soffermarsi sul traffico dei rifiuti, che ha fruttato ai clan una ricchezza di gran lunga maggiore anche rispetto al traffico di droga, grazie al fatto che prima i reati sui rifiuti si prescrivevano in tre anni, quindi questi soggetti potevano muoversi con facilità in grandi traffici di rifiuti provenienti soprattutto dal nord.
«Ancora oggi – ha chiarito – imprese espressione di organizzazioni criminali si muovono intorno al traffico di sostanze velenose con grandissimi risparmi; inoltre le mafie hanno messo da parte le armi e reinvestito i soldi in altre attività, soprattutto acquisendo attività economiche in crisi. Le mafie sono presenti ovunque, ma non si riconoscono perché il soggetto economico mafioso o della camorra paga le tasse, ma deve anche reinvestire il denaro sporco nei circuiti reali. Il sistema di segnalazione per operazioni sospette funziona, ma il canale utilizzato dalle mafie è quello delle criptovalute ma, in quel settore, bisogna ancora intervenire».
Come evidenziato dal parlamentare, il compito di un parlamentare è individuare leggi per scoraggiare queste operazioni e vigilare sulle criptovalute per controllare l’origine dei flussi finanziari, per rilevare operazioni mafiose, per dare indirizzi chiari per fare capire al cittadino cosa fare.
Più volte Cafiero De Raho ha ripetuto le parole onestà, correttezza e soprattutto regole: «Avere delle regole significa per le persone oneste muoversi senza difficoltà ed essere difese».
Ha riconosciuto che chi fa opposizione in Parlamento talvolta non viene ascoltato. Cafiero De Raho ha confessato di essere stato accusato di “avere una visone panmafiosa”, ma ricorda che da procuratore ha ascoltato tanti imprenditori in difficoltà. «Le mafie – ha detto – gioiscono che si liberalizzino determinati settori. Gli appalti hanno subìto modifiche e vengono frazionati e talvolta la scelta non è buona. Se c’è regola nella gestione degli appalti, la mafia non può intervenire: ad esempio il ponte Morandi è stato costruito secondo un sistema virtuoso di regole poste e rispettate durante l’intera esecuzione».
Un altro tema toccato nel suo intervento è stato quello dei benefici penitenziari concessi al mafioso che dimostra di non essere più “mafioso”. «È necessario accertare il ravvedimento del mafioso che deve dichiarare tutti i propri beni, ma – ha detto Cafiero De Raho – questi due presupposti non sono stati accolti».
Una stoccata è stata data anche all’eliminazione del reato di abuso di ufficio. L’Abuso di ufficio è di solito invocato da cittadini che vogliono evidenziare un abuso per difendersi. Ora i soggetti non hanno più difese: se ad esempio un soggetto si è visto escluso da un concorso, se non ha soldi non può più tutelarsi.
Non poteva mancare un riferimento all’importanza della scuola nel contrasto alle mafie. «Senza scuola non si combattono le mafie – ha chiosato – solo una scuola organizzata a tempo pieno che tenga in classe il bambino per gran parte del giorno può educarlo. Inoltre a scuola si deve parlare di mafia, bisogna far capire ai bambini che bisogna studiare e avere rispetto dell’altro e delle regole». Il suo pensiero è andato a Caivano dove il bambino sta fuori casa tutto il giorno. Da qui un’altra frecciata: «La scuola non può essere accorpata ad un’ altra. Non si possono perdere dirigenti, né scuole. Il risparmio sulla cultura non è risparmio».
Rivolgendosi a don Stefano ha ammesso che anche la Chiesa fa tanto dando da mangiare ai tanti poveri e un letto agli emarginati. Anche lo Stato deve fare di più. Tutti dobbiamo dare danaro alle casse dello Stato per pagare servizi e scuole. L’evasione fiscale è enorme. Occorrono più controlli a tappeto soprattutto per i professionisti. «Coloro che hanno di più – ha terminato il parlamentare – versino di più. Pagare le imposte significa partecipare da cittadini corretti alla nostra società».
La serata si è conclusa con una cena alla quale è stato presente anche il questore di Caserta, Andrea Grassi.