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Attualità

Il Gruppo Italgeco ha sostenuto il restauro della chiesa di Sant’Elena di Caserta

Caserta. Il Gruppo Italgeco, con la consociata Italimpianti, ha sostenuto il restauro della chiesa di Sant’Elena. Dopo quasi 50 anni dall’ultima funzione religiosa, domenica 26 novembre, alle 16:30, si è svolta la cerimonia di riconsacrazione del piccolo edificio nel centro storico di Caserta, a due passi dalla Reggia.

Il rito, officiato dal vescovo Pietro Lagnese, cade nell’anno in cui la città ricorda l’architetto Luigi Vanvitelli, a 250 anni dalla morte, che proprio in Sant’Elena si raccoglieva in preghiera e partecipava alla messa. Negli ultimi anni della sua vita, fiaccato dalla malattia, Vanvitelli fece aprire una sorta di balconcino che si affacciava all’interno della chiesetta, in modo da poter assistere alle funzioni religiose anche dal suo appartamento, attiguo al tempio. “È una gioia per me e per l’intera Diocesi poter restituire al culto della città la chiesa di Sant’Elena”, ha sottolineato Lagnese durante l’omelia. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Carlo Marino, il questore di Caserta Andrea Grassi e, in rappresentanza del prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo, la viceprefetto Savina Macchiarella. Per Italimpianti era presente l’amministratore della società, Luigi Carrino, e per il Gruppo Italgeco, l’avvocato Salvatore Liquori.

I lavori sono stati realizzati, per il 70%, da Cielle Costruzioni con i fondi dell’8×1000 e, per il restante 30%, con il sostegno delle imprese Landolfi e Traettino Costruzioni, EdilMec e Italimpianti; ha contribuito, per una piccola parte, anche della Bpm, con la supervisione del Fai Campania. Italimpianti si è occupata degli impianti tecnologici e di illuminazione artistica.

Il principio che ha ispirato l’intervento è stato quello della conservazione dei valori del passato, in rapporto con i concetti di memoria e di tradizione. L’aspetto più complesso è stato stabilire quali delle diverse stratificazioni aggiunte nel corso degli anni potesse essere reale testimonianza del valore storico di un edificio del tardo 1600 e quali, invece, fossero il risultato di scelte accidentali. Il restauro, coordinato dal progettista e direttore dei lavori Dante Specchia, ha interessato l’intero corpo di fabbrica, con l’aula delle assemblee, gli ambienti laterali minori situati al piano terra e al primo piano, il campanile e la cripta. È stata ricostruita l’incannucciata del presbiterio, danneggiata da un incendio; è stata riportata alla luce la scala di accesso alla cripta, chiusa e murata dai tempi dell’Editto di Saint-Cloud; è stato rifatto il piccolo altare.

Redazione

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