Caserta. “A Challenge for Changing” è la sfida educativa realizzata, sabato, in occasione della Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne dall’Associazione Donne Giuriste Italia (Adgi) di Caserta insieme all’Istituto Comprensivo “Luigi Vanvitelli”.
Ragazze e ragazzi hanno affrontato – secondo un metodo educativo basato sull’approccio diretto, esperienziale – con poesie, cartelloni, e dibattiti sette argomenti sensibili della violenza sulle donne seguiti, in vesti di tutor, da altrettante giuriste dell’associazione: violenza fisica (con l’avvocata Anna Di Mauro), violenza verbale e psicologica (con l’avvocata Angelica D’Addio), violenza economica (con la professoressa Teresa Carlotta Papa), la Convenzione di Istanbul (con l’avvocata Iolanda Buono), Codice Rosso (con l’avvocata Fiorentina Orefice), Giustizia Riparativa (con l’avvocata Giuseppina Cupolino) ed, infine, il linguaggio subliminale ed i suoi effetti sul comportamento giovanile e alle conseguenze giuridiche (con l’avvocata Tiziana Barrella dell’Osservatorio Giuridico italiano). Coinvolti non solo gli allievi del Comprensivo casertano ma anche il corpo docente guidato dalla dirigente scolastica Rosaria Prisco.
Durante i lavori sono stati eseguiti due brani – “La donna è mobile”, da “Rigoletto” di Giuseppe Verdi ed un passaggio della “Carmen” di Georges Bizet – dalla giovane flautista Emanuela Dessì: il primo brano ha riportato i presenti ad un immaginario maschile della donna nell’800 italiano mentre il secondo, che ha chiuso la mattinata, ha sottolineato che tra un amore possessivo e la libertà “deve” vincere la libertà perché amare significa “lasciare libera la persona amata” senza giungere a d infelici epiloghi.
Un ringraziamento particolare va a don Nicola Buffolano – parroco della Parrocchia di Maria SS. Carmine e San Giovanni Bosco – che, accennando alla cultura patriarcale come forma mentis presente da millenni, ha sposato appieno l’iniziativa, necessaria per un cambiamento culturale e per proporre ai giovani e alle giovani un’educazione completa basata su valori fondamentali quali l’empatia, la solidarietà, la carità e l’umanità, come dagli insegnamenti proposti da Gesù.
Il saluto finale è coinciso con un forte messaggio sottolineato da tutti i presenti, un tamburo battente di un minuto e un unico urlo: “basta”.