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Attualità

Sappe: Carinola carcere ingovernabile, serve tolleranza zero. Delmastro venga a rendersi conto

Carinola. “Una situazione di assoluta ingovernabilità, con una frangia di popolazione detenuta violenta che si oppone alle perquisizioni in cella da parte del personale di Polizia Penitenziaria e non si fa scrupolo di aggredire gli Agenti, lanciando loro contro rudimentali bombe ricavate da bombolette a gas, una direzione assente: è la ‘fotografia’ di quel che avviene nel carcere intitolato a Giovanni Battista Novelli, nel Casertano“, secondo la denuncia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che chiede al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro “di recarsi nella struttura di Caserta“.

La situazione di ingovernabilità della Casa di reclusione di Carinola è sotto gli occhi si tutti e la nostra denuncia è purtroppo confortata dai gravi episodi avvenuti nel carcere di via Provinciale San Biagio nelle ultime ore“, denuncia il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, che chiede una visita a Carinola da parte del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza dei Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!“.

Domenica sera un detenuto con problemi psichiatrici si è recato in infermeria centrale verso le 21 e, non volendo rientrare nel Reparto dove era ristretto, è rimasto nel corridoio fino all’una di notte, bloccando i poliziotti che avrebbero dovuto assumere il servizio notturno e, di conseguenza, anche quelli che avrebbero dovuto smontare, minacciando di voler ammazzare chiunque si fosse avvicinato, brandendo un rudimentale bastone ricavato dal piede di un tavolo. Solo dopo una lunga e mediata opera di persuasione e mediazione della Polizia Penitenziaria, l’uomo è stato ricondotto alla ragione ed è rientrato in cella“, spiega Capece, che prosegue raccontando quanto avvenuto ieri: “Alla perquisizione ordinaria mattutina, i detenuti di una cella che doveva essere ispezionata si sono, in prima battuta, rifiutati di uscire, aggredendo verbalmente i poliziotti ed assumendo atteggiamenti di sfida intenti ad arrivare allo scontro fisico con gli Agenti. Solamente con l’arrivo di rinforzi da parte della Sorveglianza Generale e di un Funzionario del Corpo si è riusciti, con non poca fatica, ad effettuare la perquisizione. Quel che era successo aveva però aveva già fatto il giro dell’istituto e, questa mattina, i detenuti si sono messi d’accordo e, durante la perquisizione ordinaria mattutina, non appena i poliziotti sono entrati in una cella sono stati aggrediti con bastoni ricavati dai piedi del tavolo. All’Ispettore superiore di sorveglianza generale che ha provato ad entrare in stanza hanno buttato il tavolo addosso: hanno poi bucato delle bombolette facendo uscire il gas e hanno minacciato di darci fuoco, ferendo un ispettore, un sovrintendente ed un assistente della Polizia Penitenziaria e riuscendo nel loro intento perché, per le oggettive situazioni di rischio e pericolo che si erano determinate, la perquisizione non è stata fatta“.

Ferma e senza appello la denuncia del SAPPE di ingovernabilità della Casa di reclusione: “Siamo all’assurdo: oramai a Carinola è diventato impossibile anche effettuare una perquisizione. La direzione carceraria è totalmente assente. Pochi giorni fa, dopo una notte da incubo, i colleghi smontanti hanno chiesto di parlare con il direttore, che si è negato dicendo che aveva altri impegni. Oggi siamo a più di 500 detenuti, di cui almeno 200 trasferiti da altro istituto per ordine e sicurezza, e non si riesce nemmeno a far partire quei detenuti che aggrediscono i poliziotti. I numeri della sicurezza, ovvero del personale di Polizia, sono poi allarmanti: sono 70 unità le unità in servizio alla mattina, 15 il pomeriggio e 12 la notte. Basta! Siamo noi a non poterne più da questa situazione di diffusa illegalità: siamo a noi a doverci chiedere dove è lo Stato?“.

Da qui, la richiesta di Capece al Sottosegretario alla Giustizia Delmastro affinché si rechi personalmente nel carcere intitolato a Giovanni Battista Novelli, nel casertano: “perché qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!“.

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