Caserta. “Da cittadino esprimo rammarico per una richiesta di aiuto inoltrata da mesi e rimasta inascoltata nonostante i gravi problemi di sicurezza che attanagliano la comunità di San Leucio. Io stesso ho incontrato mesi fa il sindaco della mia città, e a lui raccontai dei ripetuti furti e atti vandalici che i miei clienti sono costretti a subire parcheggiando fuori dal mio locale in via Pasquale Tenga.
Uno scempio al quale si potrebbe porre fine anche solo attivando la telecamera di videosorveglianza già istallata al centro della rotatoria dedicata a re Ferdinando IV. Un deterrente significativo contro chi da mesi agisce impunito a danno di residenti e attività commerciali della zona.
Ciò nonostante da oltre un anno l’Amministrazione comunica il ripristino e il potenziamento delle telecamere di videosorveglianza per la sicurezza urbana che, di fatto, resta insufficiente.
Eppure una frazione come San Leucio, ricca di un bene artistico tutelato dall’Unesco qual è il Belvedere, dovrebbe essere insieme a Casertavecchia il fulcro d’attrazione turistica oltre la Reggia.
E invece è tutto abbandonato al degrado più umiliante: marciapiedi sconnessi, verde pubblico ridotto a foresta, e parcheggi resi pericolosissimi dal restringimento della carreggiata in cui è stata inserita la nuova pista ciclabile.
Tengo a precisare che la scelta di andare via da Caserta è stata dettata da esigenze imprenditoriali, ma da casertano D.O.C. mi amareggia lasciare così la città in cui sono nato e alla quale ho dato il mio contributo per otto anni con la mia attività, prima con “Casa Vitiello” a Tuoro, e poi con “Cambia-menti” a San Leucio .
Resto convinto che questa città meriti la notorietà che pizzaioli autorevoli come me, Sasà e Francesco Martucci de “I Masanielli” e tanti altri, le abbiamo regalato. Un prestigio nazionale ed internazionale che da anni, grazie ai nostri sacrifici, ha richiamato in città migliaia di estimatori, attestando la pizza “made in Caserta” tra le migliori al mondo in termini di qualità e ricerca.
Ma “ricevere” senza “dare” è tipico dei rapporti tossici, e una città che ha ottenuto la ribalta mediatica grazie al nostro lavoro di qualità non può negarci la possibilità di lavorare e accogliere i nostri clienti in serenità e sicurezza.
E se neanche la richiesta accorata di un imprenditore come me, che dai 18 anni in poi a questa città ha dato tanto, è servita ad ottenere maggiori controlli in una zona turistica e piena di locali, comprendo la percezione di solitudine che tanti cittadini dichiarano a fronte di sopraffazioni e azioni illecite.
A maggio prossimo andrò via, e anche solo per questo avrei potuto tacere, evitando di dichiarare pubblicamente le difficoltà che sono costretto a sopportare inascoltato. Ma, come sempre nella vita, scelgo la verità e rifuggo dall’ipocrisia”.