Caserta: presentata al Circolo Nazionale la Riforma della Curia Romana voluta da papa Francesco

Caserta. Alla fine del febbraio appena trascorso, presso il Circolo Nazionale di piazza Dante, si è svolto un importante convegno finalizzato alla presentazione di un libro che dal 2023 sta facendo il giro dell’Italia e che compendia e commenta la costituzione apostolica concernente la riforma delle istituzioni del Vaticano promulgata nella ricorrenza liturgica di San Giuseppe e precisamente il 19 marzo 2022. Il denso volume, che ha richiesto un lungo lavoro di studio e di elaborazione all’Autore Stefano Rossano, in attività presso il Pontificio Istituto Orientale, è intitolato “Praedicate Evangelium” e sottotitolato “La Curia Romana di papa Francesco”. Reca l’autorevole prefazione del cardinale Francesco Coccopalmerio, prefetto emerito del Dicastero per i Testi Legislativi, ed è uscito per i tipi di Valore Italiano Editore.

A coordinare il dibattito aperto su un’opera che dovrebbe suscitare l’attenzione vigile e fertile dei religiosi e dei laici di tutte le Chiese cattoliche locali (e stranamente in sala non abbiamo saputo riconoscere i presbiteri che pure pensavamo di poter trovare presenti) è stato chiamato il giornalista romano Carlo Marino, accreditato presso la sala-stampa vaticana, il quale ha puntualmente illustrato i passaggi del rilevante evento culturale.

A trattare della complessa sostanza del volume sono stati chiamati due valenti studiosi impegnati nelle istituzioni di Giustizia del nostro territorio: l’avv. Gaetano Iannotta e il giovane magistrato Marco Puglia. Intriso di sedimentata cultura giuridica l’intervento di Iannotta che, da autentico “vir bonus atque dicendi peritus”, ha proposto al pubblico che gremiva la sala una lucidissima interpretazione della costituzione apostolica ora vigente, premurosamente recuperando i passi precedenti compiuti “ad hoc” durante i pontificati di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e finalizzati anzitutto ad anteporre la “dottrina della fede” ad ogni decisione in funzione operativa, opportunamente ricordando che la Curia è “struttura di supporto al Papa” e ribadendo che il sommo pontefice Francesco in un discorso tenuto qualche giorno prima del Santo Natale 2013 ebbe ad affermare il bisogno di una vera e propria “conversione” più che di una semplice “riforma” della Curia stessa.

Su questo perno fondamentale il brillante relatore ha ricostruito, fra l’altro, e lumeggiato con acume la tenace volontà dell’attuale Papa di porre rimedio alle “quindici malattie curiali” e, nel contempo, di sostenere costantemente, anche attraverso la “formazione” e l’aggiornamento continui, l’identità e l’azione della Chiesa cattolica impegnata nel mondo sulle difficili strade della sua missione evangelizzatrice, nonché azzerando ogni preesistente iato fra “struttura” e “popolo di Dio”, sicché i 250 articoli disciplinano con coerenza e precisione i giusti approcci ed i doveri previsti per i peculiari incarichi e, in via generale, per ogni testimonianza di fede.

Invitato dal coordinatore Marino a delineare una comparazione fra il diritto penale italiano e quello vaticano, il magistrato Puglia è intervenuto, con dovizia di interessanti osservazioni, a porre in risalto la buona sinergia fra l’ordinamento penitenziario dello Stato laico e la legislazione ecclesiastica cattolica, pur ricordando che non sono mancati argomenti sui quali talvolta si sono verificate circostanze per confliggere. Sugli articoli 7 e 11 della nuova costituzione apostolica il giudice ha poi articolato la parte elettiva del suo discorso da cui è emerso che gli operatori attivi, a vari livelli, nella Curia non possono non attenersi, in via propedeutica, a dodici “punti fondamentali” fra i quali spiccano naturalmente la “misericordia”, l’ “idoneità, la “sagacia”, la “creatività”… Tutto ciò e tant’altro ormai ufficialmente codificato è stato riassorbito nel testo in presentazione che il dr Puglia ha definito “preziosissimo”.

A conclusione, ha preso la parola l’Autore Rossano rivelando alcuni particolari sul faticoso lavoro di ricerca svolto intorno al “Praedicate Evangelium” che egli considera un “punto fermo” del pontificato di papa Francesco la cui visione fin dall’inizio si è manifestata “innovativa e rivoluzionaria”. Difatti il Santo Padre “felicemente regnante”, ristrutturando “ab imis fundamentis” princìpi ed Organi della Curia romana – sia per i profili civili sia per i penali – l’ha rinnovata a tal punto da dare un “segnale forte” non solo ai cardinali e al clero in tutta la sua composita articolazione, ma anche ad ogni comunità laica che d’ora in avanti trova appunto nella nuova costituzione apostolica un ancoraggio sicuro ed aperto alla complessità e all’inclusione dei tempi che corrono e che verranno, affinché il Vangelo penetri sempre più nelle coscienze e nelle scelte degli autentici cristiani.

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