Mignano Montelungo. Erano le 11:16 del 25 marzo 1952 quando un terrificante boato interruppe il lavoro all’interno della galleria sotto il Monte Cesima all’altezza di Cannavinelle nel comune di Mignano Montelungo. La tragedia sul lavoro più grande del dopoguerra fu dovuta allo scoppio di 60 chili di antonite, esplosivo utilizzato nei lavori di ampliamento del tunnel che divenne la tomba per 42 operai. Tante, troppe furono le vite spezzate e le storie interrotte. L’operaio più grande aveva 48 anni, mentre ne aveva soltanto 21 il più giovane.
“Settantadue anni dopo quella sciagura le morti bianche restano un triste argomento all’ordine del giorno. Il ricordo dei caduti di Cannavinelle” ha dichiarato il Segretario della Cisal di Caserta Ferdinando Palumbo “fa sanguinare una ferita che non potrà rimarginarsi finché il misuratore annuo del conteggio dei morti sul lavoro non indicherà lo zero. Oggi come ieri le storie di quelle persone somigliano alle nostre e ci ricordano che non bisogna abbassare di un millimetro la guardia applicando scrupolosamente ogni tipo di norma sulla sicurezza e formando costantemente i lavoratori”.
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