Casal di Principe. C’è soddisfazione e attesa tra gli allevatori bufalini dopo l’annuncio della nomina di un Commissario di Governo per l’emergenza brucellosi dato ieri dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida al termine del Consiglio dei Ministri. Dal Centro don Milani di Casal di Principe, sede della protesta degli allevatori del Casertano che da tre anni si battono contro il piano della Regione Campania di eradicazione di brucellosi e tbc bufaline, la cui mobilitazione si è allargata dallo scorso anno alle altre regioni del Sud i cui allevamenti sono interessati da focolai delle due patologie, ovvero Sicilia, Calabria e Puglia, il portavoce degli allevatori Gianni Fabbris interrompe lo sciopero della fame che andava avanti da 20 giorni, e spiega che “il decreto di nomina del Commissario annunciato dal Governo sarà valutato nel merito rispetto a due indicatori fondamentali, ovvero il nome del Commissario, che auspichiamo sia una figura di elevata competenza tecnico-scientifica e gestionale, e la natura del mandato ad agire, che dovrà essere pieno sia per mettere mano ai piani regionali, che vanno riscritti visto il fallimento di quelli messi in campo fin qui, sia perché dovrà contare su una necessaria riorganizzazione dei servizi”.
Fabbris propone poi quattro azioni che gli allevatori si attendono subito dal nuovo Commissario, a partire dall’avvio di “una iniziativa nelle regioni ancora non indenni di ‘certificazione dei numeri’, per scongiurare letture strumentali e contraddittorie, con l’obiettivo di offrire un quadro trasparente dei dati attuando, come prevedono le normative nazionali ed europee, verifiche di primo e secondo livello sui risultati delle analisi e sulle modalità di attuazione dei rilevamenti in modo da assicurare la reale consistenza dei problemi”.
“Altra azione prioritaria – aggiunge Fabbris – è la costituzione di un tavolo di confronto permanente con gli allevatori per sviluppare le sinergie necessarie per l’attività di eradicazione, monitoraggio, sorveglianza e prevenzione; auspichiamo poi che il Commissario avanzi una stima dei fabbisogni in modo che il Governo possa predisporre le risorse economiche necessarie allo sviluppo delle attività e che proponga la revisione dei piani territoriali per la gestione delle due zoonosi, tenendo conto degli orientamenti assunti dal Senato con cui si impegna il Governo a intervenire riorganizzando i piani di eradicazione sulla base di metodi e criteri desunti dall’Ordinamento Comunitario”.
In sostanza gli allevatori chiedono di rallentare sul fronte degli abbattimenti dei capi bufalini – dal 2012 nella sola Campania sono stati abbattuti oltre 140mila capi di cui solo l’1% risultato realmente malato in seguito ad analisi post mortem – e di privilegiare il reale accertamento nell’animale della patologia, come richiede la normativa Ue. Al Ministro Lollobrigida si chiede un’azione concreta sotto il profilo dei risarcimenti agli allevatori che hanno avuto danni per il fallimento dei piani precedenti.
“Occorre capire come si rilanciano i sistemi di allevamento territoriali coinvolti e come si assicura lo sviluppo delle filiere artigianali e dei territori che vi gravitano intorno. Fra le prime richieste che abbiamo avanzato ormai oltre due anni e mezzo fa, vi sono sia l’istituzione di un Centro di valorizzazione e ricerca sulla bufala mediterranea e sulla transumanza, sia di un Piano per la tutela generale dei due comparti che, lo ricordiamo sono tutelati da norme nazionali e internazionali. l’allevamento della bufala mediterranea è considerato dalla legge nazionale patrimonio dell’Allevamento nazionale e la transumanza è dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La messa in campo di un Piano sanitario di soluzione delle due zoonosi che le stanno compromettendo deve diventare occasione generale di rilancio nell’interesse del Paese e del Mezzogiorno” conclude Fabbris.