Pomigliano d’Arco. La Voce Impertinente (www.lavoceimpertinente.it), testata giornalistica online diretta da Felice Massimo De Falco promuove la presentazione dei libro “Anche Israele, però” di Gianni Scipione Rossi, giornalista e saggista, già Direttore di Rai Parlamento. L’evento è il 4 luglio giovedì ore 17 a Pomigliano d’Arco, presso la Sala delle Capriate La Distilleria Culture District & Feltrinelli Point, via Roma 281 (alle spalle c’è un parcheggio gratuito).
Oltre all’autore, saranno ospiti il Prof Paolo Macry, storico ed editorialista, e il giornalista de Il Mattino, Giuseppe Crimaldi, già Presidente nazionale della Federazione Italia-Israele. Modera il dibattito lo scrittore Mario Volpe. Saluti istituzionali del Vicesindaco del Comune di Pomigliano d’Arco, Domenico Leone. Sarà presente la Comunità ebraica di Napoli. Tutte le comunità politiche, religiose, civili e professionali della città sono invitate.
Il saggio si compone di undici capitoli in cui l’autore elabora la ferita del 7 ottobre e tutto quel che di negativo ha generato nella società italiana. Dai «frequenti episodi di intolleranza» che caratterizzano varie iniziative della galassia propal alla partecipazione respinta di donne ebree ai «cortei femministi» dello scorso 8 marzo.
Da «non una di meno», insomma, a «una di meno». E più in generale «l’antisemitismo mascherato da antisionismo» radicato in modo trasversale nella società, «coinvolgendo estrema sinistra ed estrema destra antioccidentali, con infiltrazioni anche in aree politiche considerate ingenuamente immuni».
Gianni Scipione Rossi si scaglia anche contro chi, come il fumettista Zerocalcare, ritiene espressione di un mondo imbevuto di ideologia secondo il quale Israele non dovrebbe nemmeno esistere. «Viene il legittimo dubbio che le iniziative per il Giorno della Memoria siano servite a poco», si rammarica il giornalista. «Forse bisogna ripensarle. E c’è da chiedersi se i professori delle scuole superiori che se ne occupano siano in grado, oltre a ricordare la Shoah, di insegnare parallelamente un po’ di storia contemporanea, senza scivolare nella retorica sugli ebrei morti, dimenticando i diritti degli ebrei vivi».
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