Caserta. Dalla stampa, lo scorso 3 agosto abbiamo appreso che sarà la Regione Campania, e non più il Comune di Caserta, a coordinare la Conferenza dei Servizi relativa all’Ex Macrico di Caserta, finalizzata all’Accordo di Programma per la rigenerazione dell’area, la definizione delle funzioni, dei fondi, della gestione. La Regione intende erogare i primi 30 milioni per la riqualificazione di una parte dell’area e questa motivazione ha condotto alla decisione di spostare a Napoli la regia del processo.
Rileviamo purtroppo una grande assenza in questa decisione: la partecipazione della comunità.
Il percorso di rigenerazione dell’Ex Macrico sconta un contesto pubblico – locale e regionale – non favorevole alla pianificazione partecipata del territorio: a Caserta, si è ancora senza Puc, senza altri elementari strumenti di pianificazione urbanistica e senza percorsi di tutela ambientale. In Regione Campania, con la nuova legge urbanistica approvata lo scorso aprile, questi strumenti partecipati si depotenziano ulteriormente favorendo la concertazione tra pubblico e privato. Di questo contesto complessivo, la Chiesa deve tener conto applicando e rafforzando le forme di democrazia e partecipazione previste dal Manifesto del Vescovo Lagnese “Da Campo di Marte a Campo di Pace”.
La decisione di spostare in Regione la cabina di regia del processo, al pari di altre decisioni ugualmente rilevanti come la scelta dell’Accordo di Programma come strumento di concertazione, è stata semplicemente comunicata alla città. In questo spostamento in Regione, se da un lato riconosciamo, soprattutto in questa fase critica dell’amministrazione comunale, l’esigenza di sussidiarietà e il ruolo importante della Regione nel processo, dall’altro rileviamo anche il rischio di un ulteriore ridimensionamento della comunità locale.
Per far fronte a questo rischio, è necessario attivare finalmente dei percorsi di partecipazione e trasparenza. La città da 24 anni esprime una voce chiara e univoca sulle funzioni del Macrico (destinazione urbanistica non edificabile e per l’intera area senza frazionamenti di alcun tipo, parco verde ad uso pubblico, assenza di residenze) e sul processo decisionale condiviso, ribadita anche dalla recente petizione che abbiamo lanciato lo scorso maggio e che ha raggiunto 833 firme, rivolta alla Chiesa e agli Enti pubblici coinvolti. Queste istanze e le parti sociali che le rappresentano è importante che trovino spazio nella cabina di regia della Conferenza di Servizi, che deve inoltre dotarsi di modalità logistiche (a partire dal luogo degli incontri) quanto più favorevoli alla partecipazione civica locale.
A questi enti – Chiesa di Caserta, Regione Campania, Comune di Caserta – oggi chiediamo un incontro per esporre le istanze contenute nella petizione, condividere le modalità della Conferenza dei Servizi, concordare un percorso di partecipazione reale non più rimandabile.
Caserta, 11.8.24: Comitato Da Macrico a Campo di Pace (composto da Centro Sociale Ex Canapificio, Lipu Caserta, Legambiente Caserta, i Comitati Città Viva, Parco Aranci e Villa Giaquinto, Raido, Hermes Roller, Millepiani, Uisp, Elysium, Compagnia Della Città, Gli Amici di Eleonora, Rain Arcigay)