La legge regola non solo il calendario di accensione e spegnimento dei termosifoni, ma anche il numero massimo di ore in cui è consentito tenerli accesi.
L’autunno è arrivato con i primi freddi stagionali e un brusco calo delle temperature. In Italia è tempo di accendere i termosifoni. Ma attenzione: non tutti potranno farlo già da subito e nemmeno sarà possibile decidere autonomamente di lasciarli accesi per il numero di ore che desideriamo. Esiste infatti una precisa normativa da rispettare.
Nella Penisola l’uso del riscaldamento autonomo è disciplinato dal decreto del Presidente della Repubblica del 16 aprile 2013. L’Italia dei riscaldamenti è suddivisa in sei zone climatiche, dalla A alla F, ciascuna delle quali con diversi calendari di accensione e spegnimento dei termosifoni. A seconda base alla zona i riscaldamenti potranno essere accesi tra il 15 ottobre e l’1 dicembre.
Anche il numero massimo di ore di accensione dei termosifoni è regolato per legge. Nessuna arbitrarietà dunque. Per i trasgressori sono previste sanzioni salate, con multe che possono andare dai 500 fino ai 3.000 euro per chi trasgredisce le regole nazionali. In più i Comuni possono ulteriormente sanzionare (fino a 800 euro) chi viola ripetutamente la normativa.
La soglia massima di ore in cui si potrà tenere acceso il riscaldamento non è uguale dappertutto. Ad esempio nelle aree geografiche più calde come quelle della zona A (che comprende Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle) sarà possibile accendere i termosifoni a partire dal 1° dicembre e non più di sei ore al giorno.
Nella zona B (alcune zone della Sicilia e della Calabria, da Trapani a Reggio Calabria) i termosifoni potranno essere accesi tra il 1° dicembre e il 31 marzo al massimo per otto ore durante la giornata. Più ore di accensione dei caloriferi invece per la zona C (quella di Caserta), dove dal 15 novembre al 31 marzo ci si potrà riscaldare per un massimo di dieci ore al giorno.
Il tetto massimo di ore per tenere accesi i termosifoni aumenta in base alla zona geografica: quelle più fredde potranno riscaldare più a lungo le abitazioni. Così nella zona D dal 1° novembre al 15 aprile i riscaldamenti potranno andare non oltre le 12 ore quotidiane e per 14 ore nella zona E (dal 15 ottobre al 15 aprile).
Nessuna limitazione invece è prevista nella zona F, dove si trovano le aree più fredde del Paese, le zone alpine di Belluno, Cuneo e Trento. La normativa nazionale impone anche la temperatura massima da tenere in casa: non deve superare i 19°C, con una tolleranza di due gradi. Soglia che scende a 17°C negli edifici industriali o artigianali.
I singoli Comuni hanno però facoltà di modificare date e temperature massime consentite in base alle condizioni locali, come accaduto ad esempio con l’ondata di freddo dello scorso inverno che ha spinto diverse amministrazioni comunali a concedere l’accensione straordinaria dei riscaldamenti.
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