Nuovo codice della strada: stretta terribile non solo sul fronte alcol e cellulari ma anche per quanto riguarda questi dolci. Ecco quali sono e perché sono pericolosi
La sicurezza sulle nostre strade non è mai stata così tanto al centro del dibattito pubblico. Negli ultimi anni, i dati sugli incidenti stradali in Italia hanno continuato a destare preoccupazione. Si stima che una percentuale significativa di sinistri sia direttamente legata all’abuso di alcol, una piaga che non solo mette in pericolo chi guida, ma anche i passeggeri e chi si trova a bordo strada. Proprio per questo, il governo è intervenuto con una serie di norme sempre più rigide, culminate nel nuovo codice della strada, che mira a proteggere tutti gli utenti della strada attraverso regole chiare e sanzioni severe.
Se un tempo il problema riguardava principalmente i giovani o chi si metteva al volante dopo aver bevuto eccessivamente, oggi la tolleranza verso qualsiasi tipo di comportamento a rischio è praticamente nulla. Il messaggio è chiaro: non si può guidare se si è sotto l’effetto di alcol, nemmeno in piccole quantità. Questo vale soprattutto per i neopatentati e per i conducenti professionisti, ma anche per chi ha esperienza alla guida, visto che il limite di tasso alcolemico è stato confermato a 0,5 g/l, una soglia che può essere superata facilmente anche con un solo bicchiere di vino.
Le nuove norme non si fermano qui: con l’introduzione del dispositivo alcolock per i recidivi e con le multe che possono arrivare fino a 6.000 euro nei casi più gravi, il messaggio è inequivocabile. La guida in stato di ebbrezza non è solo una violazione delle regole, ma un gesto irresponsabile che mette a repentaglio vite umane. Tuttavia, c’è un aspetto meno noto del problema che potrebbe cogliere di sorpresa molti automobilisti, ed è legato al consumo di alcuni alimenti insospettabili.
A prima vista, potrebbe sembrare un’esagerazione, ma il nuovo codice della strada obbliga a riflettere anche su cosa mettiamo nel piatto, soprattutto se siamo al termine di un pasto e abbiamo deciso di concluderlo con un dolce. Se si pensa che solo le bevande alcoliche possano incidere sul tasso alcolemico, è il momento di rivedere questa convinzione. Esistono infatti numerosi dolci della tradizione italiana che contengono alcol e che, se consumati dopo aver bevuto vino o birra a tavola, potrebbero contribuire a superare i limiti consentiti.
Prendiamo il caso più classico: il babà al rum, icona della pasticceria napoletana. Questo soffice dolce è intriso di rum, un liquore che gli conferisce il suo caratteristico sapore. Anche se il quantitativo di alcol può sembrare ridotto, la sua combinazione con un pasto abbondante e un bicchiere di vino potrebbe portare un conducente a superare la soglia di 0,5 g/l senza rendersene conto. Per i neopatentati o i minori di 21 anni, che devono rispettare un limite alcolemico pari a zero, il consumo di un babà potrebbe addirittura essere sufficiente a violare la legge.
Ma il babà non è l’unico dessert che merita attenzione. L’Italia è ricca di tradizioni dolciarie in cui l’alcol gioca un ruolo fondamentale, sia per insaporire che per conservare i prodotti. Ecco alcuni esempi di dolci che potrebbero diventare inaspettati “pericoli stradali”:
Per chi guida, è fondamentale conoscere i limiti di legge e rispettarli scrupolosamente:
Le sanzioni per chi supera i limiti sono pesanti:
Oltre a ciò, si perdono 10 punti dalla patente e, nei casi più gravi, si può essere obbligati a installare il dispositivo alcolock.
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