Con il nuovo Codice della strada si ha molta più paura dell’alcol test e delle relative conseguenze, ma la multa può comunque essere contestata.
L’introduzione del nuovo Codice della strada ha diffuso una certa ilarità, in giro per il web sono tantissimi i video in cui, pur informando in un certo senso, prendono in giro le nuove disposizioni sottolineando come l’assunzione di alcuni farmici, in determinati casi, è necessaria anche se considerata alterante.
Comunque a far più paura resta l’alcol test; la guida in stato di ebrezza, insieme all’utilizzo degli smartphone, è una delle condizioni di guida più irresponsabili ed è per questo che è severamente punita dalla legge. Al momento del fermo è compito degli agenti effettuare appunto l’alcol test che deve dare indicazione su quelle che sono le condizioni di coscienza di chi è alla guida, ma anche qualora il test dovesse risultare positivo è possibile presentare, in alcune circostanze, ricorso alla conseguente multa e ritiro della patente.
Partiamo prima dal nuovo quadro legislativo. Le norme attuali inseriscono la guida in stato di ebrezza in una differente classificazione di gravità con relative sanzioni in base al tasso alcolemico rilevato.
Tolleranza zero invece per i neopatentati, anche in caso di tasso alcolemico al di sotto dello 0,5 si ha la sanzione amministrativa fino a 524 euro che raddoppia in caso di incidente. In tutti questi casi, secondo disposizioni della Cassazione è possibile fare ricorso.
Chi riceve una multa di questo genere può presentare ricorso entro 30 giorni presso il giudice di pace del luogo in cui è avvenuto il fermo. Ovviamente per contestare lo stato di ebrezza si devono portare delle prove contrarie, molto spesso la difesa si basa sul mal funzionamento dell’etilometro, in quanto una cattiva manutenzione o tiratura possono portare a test imprecisi e, di conseguenza, in validare il test.
Inoltre lo stato di ebrezza compete al personale sanitario e non può basarsi sull’esclusiva osservazione degli agenti, questo quindi potrebbe essere un altro punto a cui appellarsi. Con la giusta assistenza, l’automobilista può richiedere l’annullamento delle sanzioni, ivi compresa la sospensione della patente, in attesa della sentenza.
Non conviene, infine, presentare ricorso qualora al momento del controllo lo stato fosse chiaramente alterato, a meno che non si dimostri la presenza di una patologia documentata che dimostri la causa momentanea dell’alterazione.
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