Perché sempre più persone stanno trovando lavoro grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale

Secondo una recente analisi, il 57% dei candidati ha utilizzato l’Intelligenza Artificiale nelle proprie candidature: pro e contro della tecnologia.

Che ci piaccia o meno, l’IA non è entrata a far parte solamente nel mondo del lavoro, ma anche nel settore delle assunzioni. Già da tempo si parla di come i recluter la utilizzino per scremare l’alta mole di candidature e stilare una lista dei candidati più competenti, o quantomeno più attinenti al ruolo selezionato. Da qui la nascita di grossi dubbi da parte di chi cerca lavoro: su quale base una macchina può valutare un candidato? E soprattutto, come compiacerla?

Ovviamente questi sistemi non riescono a definire una persona, ma in base al proprio curriculum possono estrapolare le parole chiave e definire se c’è compatibilità con richiesta e offerta.

Ma se i recluter utilizzano l’IA, come non rispondere con la stessa moneta utilizzando a sua volta un sistema di Chatbot per generare un CV? Ecco, questo è ciò che sta succedendo, e a dimostrarlo sono i dati emersi. Ad apparire però, non è solo la notorietà di questi sistemi, bensì il grado di successo degli stessi candidati.

I candidati utilizzano l’Intelligenza Artificiale per compilare il curriculum: cosa ne pensano i recluter?

Molti di loro sono allenati, ma dicono basta. Ed è così che anche i recluter ne hanno abbastanza di questi sistemi che omologano tutti i candidati, facendoli apparire tutti uguali. Anche se, una buona percentuale ne riesce a fare un punto di forza. Paradosso? No, tutto dipende dal modo in cui vengono utilizzati i chatbot.

Donna che spia il pc e curriculum di un'altra candidata
I candidati utilizzano l’Intelligenza Artificiale per compilare il curriculum: cosa ne pensano i recluter? – casertanotizie.com

A chiarire la situazione è Matthew de la Hey, cofondatore e CEO della piattaforma londinese inploi, che ha spiegato a Fortune il crescente scetticismo nel settore: “L’uso diffuso di strumenti di intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT, sta preoccupando i selezionatori. Sempre più candidati si affidano all’IA per scrivere CV, lettere motivazionali e rispondere alle domande, senza il minimo sforzo.”

E se da un lato questi strumenti facilitano il lavoro di chi cerca impiego, dall’altro complicano quello dei reclutatori, che devono destreggiarsi tra candidature sempre più omologate. Un sondaggio di Canva condotto a inizio 2024 ha rivelato che quasi la metà dei 5.000 partecipanti ha usato l’IA per creare o migliorare il proprio curriculum.

Ma c’è un dettaglio interessante: più il numero di candidati che ricorrono a ChatGPT aumenta, più i selezionatori stanno affinando la loro capacità di riconoscere i testi generati dall’IA. Secondo i dati della società di consulenza Neurosight, riportati dal Financial Times, il 57% dei candidati ha utilizzato il chatbot di OpenAI per le proprie candidature. Il segreto del successo di molti secondo Brandy Burch di Benefitbay? Farsi aiutare, ma “mantenere l’autenticità e il tocco personale“.

Senza nemmeno sottovalutare lo strumento. Secondo i dati della società di consulenza Neurosight, chi ha usato la versione gratuita di ChatGPT ha avuto meno possibilità di superare i test psicometrici rispetto a chi ha scelto la versione a pagamento.

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