Nel carcere “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere, la Polizia Penitenziaria ha recentemente intensificato le operazioni di controllo per contrastare l’introduzione illecita di dispositivi elettronici e sostanze stupefacenti.
Durante una perquisizione nel reparto Tevere, gli agenti hanno scoperto sette smartphone nascosti in modo ingegnoso: erano occultati tra l’intercapedine delle finestre e gli scudi paraluce delle celle.
Per celare i dispositivi, era stato praticato un foro nel pannello paraluce, successivamente coperto con una miscela di dentifricio e farina, poi verniciato, probabilmente utilizzando materiali prelevati da un laboratorio interno al penitenziario. Nonostante l’astuzia del nascondiglio, gli agenti sono riusciti a individuare e sequestrare gli apparecchi illeciti.
Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di tentativi sempre più sofisticati di introdurre oggetti proibiti all’interno delle strutture carcerarie italiane. Per esempio, nel marzo 2024, un’indagine ha portato all’arresto di 31 persone coinvolte in un’organizzazione criminale che utilizzava droni per trasportare armi, droga e telefoni cellulari in diverse carceri del paese, tra cui quelle di Frosinone, Napoli-Secondigliano e Cosenza.
Una minaccia alla sicurezza
La presenza di telefoni cellulari all’interno delle carceri rappresenta una grave minaccia alla sicurezza, poiché consente ai detenuti di mantenere contatti non autorizzati con l’esterno, coordinare attività criminali e compromettere l’ordine interno. Per affrontare questa problematica, le autorità penitenziarie stanno adottando misure sempre più rigorose, tra cui l’intensificazione delle perquisizioni, l’uso di tecnologie di rilevamento avanzate e la formazione specifica del personale.
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Tuttavia, la sfida rimane complessa, poiché le modalità di introduzione di questi dispositivi diventano sempre più ingegnose. È fondamentale un impegno costante e coordinato tra le diverse forze dell’ordine e l’amministrazione penitenziaria per garantire la sicurezza all’interno delle strutture detentive e prevenire attività illecite che possano minare l’integrità del sistema carcerario.
Santa Maria Capua Vetere è una città della provincia di Caserta, in Campania, con una storia ricca e affascinante. Sorge sulle rovine dell’antica Capua, una delle città più importanti dell’epoca romana, famosa per il suo anfiteatro, secondo per grandezza solo al Colosseo.
Oggi, il comune è un centro culturale e amministrativo rilevante, noto per il suo patrimonio archeologico e artistico. Tra i principali punti d’interesse figurano l’Anfiteatro Campano, il Mitreo con i suoi affreschi di epoca romana e il Museo Archeologico dell’Antica Capua.
Santa Maria Capua Vetere è anche sede di uno dei più grandi istituti penitenziari d’Italia, spesso al centro di vicende giudiziarie e di cronaca. La città mantiene un forte legame con il suo passato glorioso, pur affrontando le sfide della modernità. Grazie alla sua posizione strategica, rappresenta un punto di riferimento per l’area casertana, con un’economia basata su commercio, servizi e turismo culturale.