Capua (di Lucio Seneca). Si è chiuso con sette assoluzioni – compresa quella dell’ex sindaco di Capua e medico chirurgo, Carmine Antropoli – il processo bis su corruzione e appalti che era in corso davanti al GUP di Napoli, Fabio Provvisier, per fatti relativi ad oltre otto anni fa.
Ma c’è la condanna a 4 anni decisa a carico del pentito Francesco Zagaria detto Ciccio ‘e Brezza, il quale insieme ad altri due collaboratori aveva lanciato le accuse contro i politici e imprenditori per presunti appalti ottenuti dietro l’appoggio elettorale.
Il collaboratore, stando al verdetto la cui motivazione verrà depositata entro luglio, non è stato ritenuto credibile: per lui è rimasta l’accusa dell’aggravante camorristica che è caduta per gli altri che hanno ottenuto le assoluzioni a vario titolo: piena, dubitativa e per prescrizione.
Secondo la DDA, che aveva chiesto la condanna per gli assolti di ieri, c’era un accordo con la camorra per affidare gli appalti a Capua.
Oltre agli assolti con rito abbreviato ci sono però tre persone rinviate a giudizio ed una condannata a due anni pena sospesa per patteggiamento.
Insieme ad Antropoli sono stati assolti il dirigente comunale Francesco Greco, gli imprenditori Francesco e Giuseppe Verazzo; gli ex assessori Marco Ricci e Guido Taglialatela (piena assoluzione) e Luca Diana. Condanna con pena patteggiata due anni per un dirigente della banca Popolare di Bari, Andrea D’Alessandro mentre sono andati a processo, in quanto rinviati a giudizio, Domenico Pagano, Alfredo Maria Cenviti e Domenico Farina (imprenditore di San Prisco).