Cellole (di Lucio Seneca). La Procura per i Minori di Napoli ha ipotizzato – per il delitto del commerciante di auto di Cellole, Giovanni Sasso, deceduto dopo una spinta ricevuta da un 17enne, M.E., – la configurazione di un “evento di morte come conseguenza non voluta del reato di lesioni personali“. Il giovane, non voleva uccidere ma a causa di una spinta (non è chiaro se un pugno o una “manata”) si è verificata quella morte assurda.
Oggi gli inquirenti partenopei competenti sul caso, conferiranno anche l’incarico ai consulenti d’ufficio per eseguire l’autopsia sulla salma del commerciante.
Emergono anche nuove versioni sulla dinamica tutta da accertare. Sasso aveva ripreso il 17enne perché stava gettando a terra i gusci delle noccioline proprio davanti alla sua concessionaria d’auto. Il 43enne imprenditore era ricoverato dal 9 giugno scorso al Pineta Grande Hospital di Castel Volturno con una brutta frattura alla base cranica, risultata alla fine letale. Sulla vicenda, avvenuta nel pieno centro di Cellole, era stata subito aperta un’indagine, poi i carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca hanno riscontrato che il protagonista della lite con il 43enne era stato un minore di 17 anni, e dunque la competenza è passata alla Procura per i minori di Napoli, che ha configurato una prima ipotesi di reato.
I fatti sono avvenuti venerdì 9 giugno, quando il minorenne è uscito con lo zio da un negozio di barbiere mangiando arachidi e gettando i gusci a terra; i due sono passati davanti alla concessionaria dell’imprenditore 48enne, che ha rimproverato il ragazzo.
“Smettila di gettare gusci a terra” gli ha intimato, provocando la reazione del 17enne. Dalle parole si è passati alle mani. È partito qualche spintone: uno di questi ha fatto cadere Sasso che ha battuto violentemente la testa a terra.
Una diversa versione, parla di una “manata” del giovane e non di un pugno che ha colpito il commerciante mentre, quest’ultimo, tentava di colpire il 17 enne con una paletta usata per raccogliere l’immondizia. La discussione si è protratta infatti nella vicina barberia: il titolare aveva iniziato a pulire le bucce proprio con scopa e paletta quando è arrivato Sasso per rimproverare il ragazzo. La prima a lamentarsi era stata la compagna della vittima, notando il ragazzo che gettava le bucce a terra. Sasso è poi intervenuto per sgridare il giovane ma è accaduto il peggio.