Droga dei Piscitelli: ascoltati acquirenti e assuntori. Un teste cambia versione

San Felice a Cancello (di Giovanni Maria Mascia). Nuove contestazioni del pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia, Luigi Landolfi, nei confronti dei testimoni citati e sentiti questa mattina, nelle vesti di acquirenti e assuntori di sostanze stupefacenti, nel processo per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga nella Valle di Sessuola, a Caserta e nel Beneventano.

Soprattutto in merito alla posizione di Nunziata Floriano la teste ha cambiato versione rispetto alle dichiarazioni rese in precedenza ai carabinieri. La teste ha sostenuto di non aver avuto rapporti diretti con la Floriano.

Un altro teste ha deposto sulla posizione di Anna Papa e del fratello Antonio Papa, affermando che “la conosco perché so che faceva uso di droga, l’ho comprata solo un paio di volte“, ha parlato di un incontro a Forchia in cui aveva delegato un’altra persona di acquistare la droga.

È stata escussa poi Lucia Mendola in merito alla posizione di Nicola Amato, dichiarando al pubblico ministero che si rivolgeva all’imputato perché in passato avevano entrambi fumato hashish e che di tanto in tanto lo chiamava, come risulta dalle intercettazioni, per chiedergli se avesse l’hashish, ma non tanto perché fosse uno spacciatore, ma perché era un semplice assuntore e spesso lo incontrava a piazza Vanvitelli a Caserta, in quanto Amato andava a trovare la madre che abitava nella vicina via Leonetti, ma “non sempre avevo la certezza che l’avesse” ha chiosato la teste che ha anche ammesso di aver pagato un paio di volte la dose una ventina di euro.

L’istruttoria dibattimentale, che si celebra davanti ai giudici della Seconda Sezione collegio C del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Antonio Riccio, riprenderà il trenta giugno con l’escussione degli altri testi del pubblico ministero.

Per la difesa erano presenti gli avvocati Carlo Perrotta, Romolo Vignola e Clemente Crisci.

Il processo si celebra per quegli imputati che hanno scelto il rito ordinario e nasce dall’operazione della DDA nei confronti del gruppo nato intorno a Filippo e Antonio Piscitelli che avrebbero preso le redini dell’organizzazione dopo lo smembramento del clan Massaro.

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