Santa Maria Capua Vetere (di Giovanni Mascia). Sottoposto ad un lungo e intenso controesame Ciro Esposito, il primo dei detenuti vittima di torture e maltrattamenti, in quel blitz del sei aprile del 2020, ad essere escusso nel processo che sta ricostruendo tassello dopo tassello la verità sull’incursione della polizia penitenziaria nel carcere Francesco Uccella di Santa Maria Capua Vetere.
Per il collegio difensivo sono emerse numerose discrasie tra quanto sostenuto in aula, davanti ai giudici della corte d’assise, e le dichiarazioni rese il ventisei maggio del 2020 nella fase delle indagini.
Esposito, che fu uno dei quindici detenuti trasferiti al reparto Danubio, dove ebbe luogo il pestaggio, non avrebbe ricostruito in maniera esatta il percorso effettuato, ha ricordato di essere stato trasferito da una cella all’altra al piano terra, ma non ricorda come risulterebbe da dati documentali inequivoci di essere stato portato al primo piano. In tal senso ci sono state diverse contestazioni da parte dei difensori, così come è stato confutato dai legali della difesa che al reparto Danubio i detenuti fossero stati posti in regime di isolamento.
Un altro punto oggetto di contestazione ha riguardato la natura pacifica della protesta del cinque aprile di cui aveva parlato Esposito, la difesa ha contestato che i cancelli erano stati bloccati dalle brande e che erano state oscurate le telecamere, aspetti ritenuti in contrasto con la natura non violenta della protesta nata da ragioni sanitarie in piena emergenza Covid.
I difensori hanno contestato ad Esposito che in fase di indagine dichiarò che la sera del cinque aprile tale detenuto Mario minacciò di gettare l’acqua bollente della pentola, messa sul fuoco per preparare gli spaghetti aglio e olio, sul comandante della polizia penitenziaria, se questi avesse forzato il cancello e fosse entrato.
Gli imputati sono difesi tra gli altri dagli avvocati Carlo De Stavola, Giuseppe De Felice, Angelo Raucci, Edoardo Razzino, Rosario Avenia. L’istruttoria riprenderà il prossimo 11 settembre dopo la pausa feriale.