Santa Maria a Vico (Lucio Seneca). Arrivano una dopo l’altra, purtroppo dopo anni, le sentenze di assoluzione per il maestro profumiere casertano Alfonso Piscitelli, il cui nome è balzato anche agli onori della cronaca nazionale, in passato, per le sue denunce contro un sistema che lo vede penalizzato nel settore della produzione di essenze.
Neanche il tempo di avere la notifica dell’ennesima assoluzione decisa dal tribunale di Napoli Nord che ne è arrivata un’altra da un tribunale pugliese. Proprio dalla provincia di Brindisi era partita una indagine risalente al 2016 che vide il suo stabilimento oggetto di un sequestro di macchinari tutti restituiti – ma dopo circa otto anni – così pure l’assoluzione dal reato di ricettazione.
Ad Alfonso Piscitelli, operante con le sue attività tra Santa Maria a Vico, Messercola e anche in parte nel beneventano, arriva l’ennesima assoluzione, lotta da anni anche contro una multinazionale della cosmesi, L’Oreal Paris, nei confronti della quale alcuni anni fa emise una fattura da 33 miliardi di euro, come acconto. Una iniziativa provocatoria per sottolineare i danni subiti a causa delle continue segnalazioni sfociate in sequestri ma ribaltati poi nei vari tribunali a favore di Piscitelli, difeso dall’avvocato Renato Jappelli.
Le tante sentenze di assoluzione è stato costretto perfino a pubblicarle sugli astucci dei profumi in vendita: la sua vicenda ha voluto raccontarla anche in alcune lettere scritte ai vari presidenti della Repubblica, Csm e istituzioni varie.
Una delle ultime assoluzioni, riguardante una indagine del marzo del 2016, arriva dal tribunale di Napoli Nord: qui era confluita una indagine avviata con alcuni sequestri della Guardia di Finanza eseguiti presso tabaccherie e rivenditori nella provincia di Brindisi. La vicenda si differenzia dai cosiddetti falsi d’autore in quanto il profumo contenuto in alcune boccettine era prodotto in maniera esclusiva da Piscitelli nello stabilimento beneventano, ma l’imprenditore ha sempre contestato i sequestri di altri prodotti, in particolare per le «essenze al gusto di» che venivano identificate in copie di profumi di note griffe.
La restituzione dei macchinari, avvenuta dopo otto anni, è stata decisa dal Tribunale del Riesame, ma nel frattempo il laboratorio si è fermato danneggiando l’attività del maestro profumiere.
L’indagine aveva coinvolto Piscitelli in un calderone di altri personaggi del settore della commercializzazione dei profumi, con un profilo imprenditoriale del tutto diverso rispetto a quello di Piscitelli. Tra i clienti dell’imprenditori ci sono note aziende italiane e anche estere e ha realizzato anche un profumo Reggia di Caserta per un evento tenutosi a Palazzo Reale qualche anno fa.