Caserta. Il Consorzio Unico di Bacino delle province di Napoli e Caserta (Cub), ente in liquidazione dal 2010 che però non ha mai cessato di esistere, “deve reintegrare” nel proprio posto di lavoro il funzionario Antonio Limatola, ingiustamente licenziato e reintegrato con sentenza della Corte di Appello di Napoli diventata definitiva nel 2018, ma mai attuata. E lo deve fare senza se e senza ma, ridandogli quelle mansioni di direttore generale che rivestiva nel maggio 2008, al momento del licenziamento.
A ribadire nuovamente l’obbligo di reintegro per Limatola è l’ordinanza della sezione quinta del Consiglio di Stato, presieduta da Francesco Caringella, pubblicata ieri, 3 luglio. I giudici amministrativi sono tornati sulla vicenda dopo esserne stati nuovamente investiti dallo stesso Limatola, che pur avendo dalla sua parte una sentenza del giudice civile di reintegra di sei anni fa, un’ulteriore sentenza del Consiglio di Stato del settembre 2023 (che ordinò l’ottemperanza della decisione civile) e la pronuncia della Corte Europea del novembre scorso che ha condannato l’Italia per la mancata attuazione delle varie decisioni prese nei suoi confronti, non è mai stato reintegrato dal Cub.
E ciò nonostante lo stesso Consiglio di Stato, proprio in considerazione dell’inerzia da parte dei vertici del Cub (a gestirlo è un Commissario liquidatore), avesse nominato tra febbraio e marzo scorsi un Commissario ad Acta nella persona del prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo, che ha poi delegato la risoluzione della faccenda alla funzionaria Florinda Bevilacqua; quest’ultima ha però chiesto chiarimenti al massimo organo di giustizia amministrativa, che li ha ritenuti non rilevanti, ripetendo nuovamente l’ordine di reintegra di Limatola nel ruolo di direttore generale a tempo indeterminato che rivestiva nel 2008.
E non importa, ha sottolineato il Consiglio di Stato, se nello statuto del Cub si preveda la figura del direttore generale a tempo, cioè per cinque anni, e che inoltre Limatola, quando fu licenziato, fosse diggì del Consorzio rifiuti Caserta3, sciolto e confluito appunto nel Cub nel 2008; il principio è che il suo licenziamento fu illegittimo e pertanto è come se Limatola non fosse mai stato licenziato.
Nei prossimi giorni la Bevilacqua potrà tornare negli uffici del Cub e procedere alla reintegra di Limatola, sanando così una situazione di mancato rispetto di numerose sentenze giurisdizionali, che in teoria potrebbe avere anche risvolti penali e contabili sotto il profilo del danno erariale.
Al Cub, ente che continua avere in organico quasi 500 dipendenti che non svolgono svolgono alcuna particolare attività né effettuano servizi ambientali per il territorio o altri enti pubblici, e in cui la Regione continua a metterci milioni di euro ogni anno, ancora oggi lavorano persone condannate per reati di camorra, come Luigi Ferraro, fratello dell’ex consigliere regionale dell’Udeur e imprenditore dei rifiuti Nicola Ferraro; Luigi non è mai stato licenziato nonostante i gravi addebiti, e dopo aver scontato la condanna è tornato a lavorare al Cub.