Duplice omicidio Caterino – De Falco, emesse 8 ordinanze. Ecco chi erano i mandanti

Nella giornata odierna, in Santa Maria Capua Vetere e presso le Case Circondariali di Sassari, Novara, Parma, Viterbo, Milano Opera, Sulmona (AQ) e Palmi (RC), i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 8 persone ritenute gravemente indiziate del duplice omicidio in pregiudizio di Caterino Sebastiano, classe 1955, e De Falco Umberto, classe 1971, consumato a Santa Maria Capua Vetere il 31 ottobre 2003.

I soggetti destinatari della odierna ordinanza di custodia cautelare sono: Zagaria Michele, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 21 maggio 1955, detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Sassari; Schiavone Francesco, nato a Casal di Principe (CE) il 6 gennaio 1953, detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Novara; Martinelli Enrico, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) 27 maggio 1964, detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Parma; Caterino Giuseppe, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 19 gennaio 1954, detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Viterbo; De Luca Corrado, nato a Sorrento (NA) il 7 maggio 1967, detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Milano Opera (MI); Spierto Pasquale, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 30 marzo 1968, detenuto per altra causa presso al Casa Circondariale di Sulmona (AQ); Virgilio Claudio, nato a Versmond ( Germania) il 26 dicembre 1977, detenuto per altra causa presso al Casa Circondariale di Palmi (RC) e Moronese Agostino, nato a Santa Maria Capua Vetere il 20.10.1969.

All’inizio degli anni 2000, conclusasi la cosiddetta faida di Villa Literno tra i Bidognetti ed il gruppo Ucciero/Tavoletta e dopo le vicende processuali che avevano condotto all’arresto di capi nonché di numerosi affiliati del clan dei Casalesi, la fazione Schiavone si ricompattò intorno alla figura di Schiavone Francesco “Cicciariello”. Quest’ultimo, uscito dal carcere di Spoleto e dopo aver assunto la direzione criminale del clan, volle immediatamente riaffermare l’egemonia dei casalesi nei confronti di coloro che ne avevano ostacolato l’ascesa; tra questi Caterino Sebastiano che, scarcerato nel maggio 2002 e stabilitosi a Santa Maria Capua Vetere, costituì un gruppo autonomo, di cui faceva parte anche De Falco Umberto.

Premesso quanto sopra, la mattina del 31 ottobre 2003 le vittime si trovavano a bordo della Volkswagen “Golf” GTI, condotta da Caterino, la cui marcia veniva sbarrata da un’Alfa 166 consentendo il sopraggiungere di un’altra autovettura dalla quale scendeva, entrando in azione, il commando di killer che esplodeva numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo delle vittime. I Carabinieri, accorsi sul posto, rinvennero Caterino Sebastiano ormai deceduto mentre De Falco Umberto, gravemente ferito, moriva qualche ora dopo, in ospedale. Nel corso del sopralluogo furono repertati decine di bossoli riconducibili ad armi da guerra, mentre le autovetture utilizzate dal commando vennero successivamente ritrovate carbonizzate a San Tammaro (CE) e a Grazzanise (CE).

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