Prosegue l’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere volta ad accertare responsabilità relative al decesso del 69enne Francesco Di Vilio. Il figlio di Francesco Di Vilio scrive al Ministro della Salute e vuole essere sentito dal Magistrato.
La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere continua ad indagare per fare luce sulle cause e le responsabilità relative al decesso del 69enne Francesco Di Vilio di Santa Maria Capua Vetere avvenuto il 1 gennaio 2022 all’Ospedale Cardarelli di Napoli.
Il magistrato titolare dell’indagine, la dott.ssa Valentina Santoro, la stessa che segue il caso di Angela Iannotta, ha avviato celermente i primi accertamenti e sta decidendo sulla eventuale riesumazione della salma e la contestuale autopsia sul corpo dell’uomo. Il problema è che probabilmente sono trascorsi due mesi dal decesso e che trattasi di tessuti molli da esaminare. Ecco il dilemma.
Intanto è stata sequestrata tutta la documentazione sanitaria (cartelle cliniche ed esami diagnostici). Allora il perito della Procura della Repubblica potrebbe fare un’analisi della vicenda solo sulle carte sequestrate? Vedremo nei prossimi giorni.
La riesumazione del cadavere, seppellito nel cimitero di Santa Maria Capua Vetere, è stata insistentemente chiesta dal figlio Salvatore, con una denunzia scritta, tramite gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, al fine di accertare le cause della morte del proprio genitore.
Francesco Di Vilio verso metà dicembre dello scorso anno, venne sottoposto a ben tre interventi chirurgici open a cielo aperto allo stomaco per un carcinoma (3 interventi nell’arco di un mese) presso la Clinica Villa del Sole di Caserta da parte del chirurgo bariatrico napoletano dott. Stefano Cristiano (lo stesso che ha operato Angela Iannotta, attualmente in pericolo di vita ricoverata nella Terapia Intensiva e Rianimazione a Caserta per shock settico a seguito di due interventi chirurgici bariatrici presso la Clinica Villa del Sole; lo stesso che operò Raffaele Arcella, 29 enne di Caivano, deceduto per shock settico sempre a seguito dell’intervento di chirurgia bariatrica; lo stesso che operò, ancora una volta presso la Clinica Villa del Sole, di chirurgia bariatrica Anna Golino, di soli 49 anni, parente di un noto esponente politico dell’agro aversano, alcuni anni fa che decedette pure lei sempre per shock settico). Al momento ancora non si sa quali medici, intervenuti sulla persona di Francesco Di Vilio, siano stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo come atto dovuto e consentire così di prendere parte a quelle che vengono definiti accertamenti tecnici irripetibili se si procederà con tale rito.
Corre intanto voce che nella prossima settimana gli ufficiali di polizia giudiziari, sotto la guida del Pubblico Ministero, la dott.ssa Valentina Santoro (procuratore aggiunto dott. Alessandro Milita e procuratore capo dott. Carmine Renzulli) incominceranno a sentire alcune persone informate sui fatti che sono intervenute nelle fasi del ricovero di Francesco Di Vilio. Gli accertamenti avranno dunque il compito di accertare se si tratta di un caso di malasanità o se la morte del paziente è stata causata da un quadro clinico precario, e da circostanze inevitabili, non prevedibili.
Intanto anche il figlio di Francesco Di Vilio, Salvatore, titolare di un esercizio commerciale a Roma, ha comunicato ai suoi difensori, gli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo, la sua ferma decisione di scrivere anche lui ( come hanno fatto i familiari di Angela Iannotta ) al Ministro della Salute on. Roberto Speranza e alle altre Autorità competenti (Regione, ASL, NAS) di inviare gli ispettori ministeriali per avviare un’indagine sulla Clinica del Sole di Casagiove – Caserta per accertare se quella struttura era adeguatamente idonea per gestire il post intervento chirurgico e il post operatorio in una situazione cosi delicata qual era quella di suo padre e come emerge dagli esami diagnostici e di laboratori effettuati e di cui lui è a conoscenza ed in possesso. Chiederà inoltre al Magistrato di essere sentito personalmente per fornire ulteriori elementi utili alle indagini.
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