Caserta. Il 7 novembre scorso, la Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di crediti d’imposta derivanti dalle agevolazioni dei cosiddetti sisma bonus e bonus 110% per un valore complessivo di oltre 17,5 milioni di euro emesso dalla Procura della Repubblica e, successivamente, convalidato con propria ordinanza dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di tre soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di indebita percezione di erogazioni pubbliche e indebita compensazione d’imposta.
Il provvedimento compendia gli esiti di una articolata indagine di polizia giudiziaria svolta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta, sotto la direzione della Procura, grazie alla quale è stato possibile accertare una serie di condotte illecite che sarebbero state commesse da D.V. (cl. 49 ) nella sua qualità di rappresentante legale di una società il quale, avvalendosi delle agevolazioni previste dai cosiddetti “sisma bonus” e “superbonus del 110%” ha ceduto, con l’opzione dello “sconto in fattura”, ad altra società, amministrata e legalmente rappresentata da C.G. (c1.62), crediti d’imposta fittizi per un importo, totale di 17.541.315,00 di euro, relativi all’acquisto di unità immobiliari site in provincia di Benevento su cui sarebbero dovuti essere eseguiti lavori volti alla riduzione del rischio sismico, da realizzare con opere ‘edili che prevedevano la demolizione del preesistente immobile e la successiva ricostruzione.
In particolare, secondo quanto emerso dalle indagini, il D.V. avrebbe, dapprima, falsificato le comunicazioni di cessione del credito d’imposta, facendo risultare l’avvenuta esecuzione dei lavori, avvalendosi a tal fine anche del concorso di un professionista (classe 65) che ha provveduto ad apporre sulle dichiarazioni il cosiddetto visto di conformità attestante la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta per gli interventi agevolabili. Successivamente, il D.V. avrebbe provveduto a cedere i crediti cosi generati alla società effettiva beneficiaria e incaricata, peraltro, dell’esecuzione dei lavori di ricostruzione e demolizione che le indagini hanno consentito di appurare non essere stati in realtà eseguiti.
Tali condotte, oltre a cagionare consistenti danni alle casse dell’Erario (per un ammontare di oltre 17,5 milioni di euro) hanno consentito alla società cessionaria e alla cooperativa cedente di ottenere un corrispondente profitto indebito.
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