Santa Maria C.V. (di Giovanni Mascia). Il welfare utilizzato per raccogliere consenso elettorale, uno dei temi del processo a carico dell’ex sindaco sammaritano Biagio Maria Di Muro, sotto accusa davanti al giudice dr. Antonio Riccio, della Seconda Sezione Penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, questa mattina.
Sul banco dei testimoni, Mario Tammaleo, il maresciallo maggiore dei carabinieri che condusse le indagini e che ha deposto sui bandi di gara relativi ai progetti Ludobus e Babysitting, tesi ad agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro delle madri che avevano partorito da poco e ad altri progetti finanziati dalla Regione per l’assistenza domiciliare ai disabili e agli anziani.
Sotto processo oltre a Biagio Maria Di Muro anche Salvatore Coppola, Nicola D’Auria, Domenico D’Agostino, Gina De Simone, Annunziata Di Muro, Carmela Fusco, Enzo Giangregorio, Giovanni Laurenza, Luigi Merola, Biagio Napolano, Anna Pepe, Antonio Pirro, Roberto Pirro, Ornella Pirro e Anna Romano, che rispondono a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata all’abuso d’ufficio, turbativa d’asta, peculato, falso in atto pubblico in materia elettorale e in illecito trattamento di dati personali.
Presenti in aula gli avvocati Alberto Martucci, Umberto Pappadia, Emilio Maddaluna, Rosario Avenia, Claudio Aronne e l’avvocato Di Rauso.
Il maresciallo dei carabinieri è stato escusso dal PM in merito ai due bandi Ludobus e Babysitting, e da quanto emerso anche attraverso il riscontro delle intercettazione il primo progetto non avrebbe mai visto la luce, mentre il secondo non avrebbe avuto luogo per mancanza di utenti che avessero i requisiti. Le gare per 95mila euro furono vinte da Napolano.
Dalle indagini sono emerse anche le pressioni di Di Muro rivolte a Biagio Napolano per sostenere il comitato elettorale di Stefano Graziano, estraneo alla vicenda processuale, nell’ambito delle elezioni Regionali del 2015.
Il teste ha anche deposto sulle gare relative all’assistenza agli anziani e ai disabili, per 125mila euro per ogni singolo progetto. In entrambi i casi le ditte furono ammesse senza che venissero neanche aperte le buste.
L’avvocato Aronne ha chiesto, per Antonio e Ornella Pirro una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, analoga richiesta è stata avanzata dagli avvocati Avenia e Di Rauso per i loro assistiti. Il Comune di Santa Maria Capua Vetere si è costituito parte civile.