Camorra ed estorsioni, condanne per mezzo secolo al gruppo degli Aria di Teano

Teano (di Lucio Seneca). Condanne per 50 anni di reclusione sono state inflitte dai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere al processo che vede imputate 6 persone con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo camorristico. Accolto in buona sostanza l’accusa della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Tra i principali imputati del processo Michele Aria, ex cutoliano, ritenuto dagli inquirenti un esponente del clan dei Casalesi nella zona di Teano, coimputato con i due figli e altri tre uomini, tutti arrestati poco più di due anni fa dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta.

L’indagine della DDA è sfociata in un processo portato a termine da giudici del collegio giudicante del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto dal magistrato Luciana Crisci.

Le condanne vanno dai 5 anni e otto mesi ai 10 anni: pena quest’ultima comminata, con l’applicazione della continuazione per un secondo reato, proprio a Michele Aria mentre ha beneficiato delle attenuanti il figlio Michele Aria Jr., condannato a 5 anni e otto mesi. Rilevanti le altre condanne che hanno riguardato l’altro figlio del capostipite, Armando Aria (8 anni e quattro mesi); Paride Corso (8 anni); Francesco Faella (7 anni e dieci mesi) e Lorenzo Corbisiero (7 anni e quattro mesi).

Aria, stando alle indagini della polizia, si muoveva con un altro affiliato, Salvatore Salerno (già condannato con rito abbreviato), ritenuto referente a Teano del clan Papa, cosca storicamente federata con i Casalesi. I due, insieme ai complici sotto processo imponevano sul territorio la loro «legge» con la forza intimidatrice del clan dei Casalesi. Nel processo, fra l’altro, c’è l’episodio del concessionario d’auto della zona vittima di estorsione, al quale il gruppo avrebbe provato ad incendiare l’attività quando l’imprenditore cessò di pagare il rateo estorsivo.

Gestione cookie