Milano. Francesco Luiso, 33 anni di Aversa, ha perso la vita precipitando in un canalone per 300 metri. Era un alpinista, si trovava su ‘La Grigna’, un massiccio montuoso alpino, in provincia di Lecco, che stava scalando insieme ad un amico moldavo. Francesco per motivi lavorativi risiedeva a Milano, era un funzionario dell’Agenzia dell’Entrate e dirigente sindacale. Durante la sua intrepida scalata, una volta arrivato quasi in cima, a 2.200 metri di altezza è scivolato nel dirupo, sotto gli occhi del suo amico, che immediatamente ha chiesto aiuto. Si sono subito messi in marcia i tecnici del Soccorso alpino di Valsassina e Valvarrone e di Lecco, mentre dalla base di Villa Guardia sono decollati i soccorritori dell’eliambulanza di Areu di Como, che hanno individuato e recuperato il corpo di Francesco.
Come racconta ‘Il Giorno’, il 33enne non era uno sprovveduto e nemmeno imprudente. Come al solito aveva pianificato l’uscita con molta attenzione. Precedentemente si era infatti informato sulle condizioni del canale di Sinistra del Grignone sulla pagina Facebook che vede riunire tutti gli appassionati. Era un escursionista esperto, attrezzato, scalava sul ghiaccio e conosceva bene tutte le montagne della zona. È morto per una fatalità, pagata ad un prezzo troppo alto.
A Milano lavorava alla Direzione provinciale II dell’Agenzia delle Entrate. “Una persona molto sensibile e intelligente, con un amore smisurato per la natura e la montagna – lo ricorda la collega Dafne Anastasi, in lacrime –, e un grande senso delle istituzioni. Esperto di diritto“.
“Una tragedia. Non ci sono parole per descrivere il mio stato d’animo“, dice Massimiliano Sgroi, segretario regionale lombardo della Federazione Confsal-Unsa. Su Facebook si dice “incredulo, affranto e attonito. Francesco era un ragazzo intelligente, un collega serio e un amico leale. La federazione, che lo ha avuto giovanissimo, si stringe in un forte abbraccio alla famiglia e ai colleghi“.
Un amico lo ricorda sui social: “Troppe le serate, troppi i ricordi, troppe le parole, i sogni e i progetti scambiati negli anni. Eri più di un amico, un fratello minore con la “capa gloriosa”. Siamo tutti sconvolti. Non ho parole, non riesco né a piangere, né a trovare le parole giuste, e neanche quelle sbagliate. Sembra un film sbagliato, un incubo da cui non ci si sveglia, una realtà parallela fatta male. Pensavo di urlare, arrabbiarmi disperato, e invece è tutto silenzio, spento. Una lampadina che illuminava una parte di cuore si è spenta, per sempre, e con essa ciò che illuminava. A volte ti adombravi ed altre andavi a mille all’ora, senza pensare. Avevi mille progetti e mille speranze. Sapevi di vita. Il vuoto in cui sei caduto è lo stesso in cui ci hai lasciato. Da oggi siamo tutti più poveri e più tristi. Che la terra, le montagne, le spiagge, i mari ti siano lievi“.